Pensiero e Volontà - anno III - n. 9 - 1 giugno 1926

.. ' ' . . ' :210 PENSIERO E VOLONTA' una · tilo101ia tena . ti1oità umana Vi sono delle opere filosofiche, simili a cer– ti romanzi interessanti, ben fatti, che si leg– gono con piacere ma che sono già dimenticati <lopo· otto giorni, perchè non contengono nulla -di profondo, di duraturo e di eterno. V e ne sono altre che rivestono un carattere speciale, -e fin dalle prime pagine vi afferrano comple– tamente e vi soggioga.no . Si direbbe che esse -erario necessarie, da tempo at_tese e che non se ne potrebbe fare a meno. Anche in letteratura. -esistono opere ·di questo gene-re; ed io penso, di,cena'o questo, a « ,Madama .Bova:ry » del Flaubert. ed ai « Fiori del male » del Baude– .laire. Si è pubblicato or non è molto la· Esquisse d'11,rte Philosophie de la Dignité hwmaine di Paul Gille (1), professore all'Istituto degli Al– .ti Studi di Bruxelles, un pensatore dellà i½– tell igenza più elevata e della più _scrupolosa. probità, la quale è un'opera per l'appunto c~:. presenta quel carattere di necessiti;. ~..;z.1n1, ac– {'.ennato. Vi ·si sente che l'a1,1tore l'ha a lun€io -elaborata e nutrita dei suo sangue e della sua -carne, dandole il meglio di se· stesso. Per fortuna poi il Gille non è soltanto un filosofo, ma anche u~o sc:rittore preciso, chia– ro, elegante; che traduce l'idea in modo da permettere a tutti, compresi i più profani, di .assimilarsela sen~a sforzo, Queste b1:ione·.quaH– th rendono· l'opera àccessibile ·al gran pubbli– co. E va data lode al Gille di non aver adot– tato ·quel gergo filosofico accessib~le solo ai mandarini délla coltura, che riserva la pre– ziosa manna della Scienza delle sciènze a u.:i,, piccolissimo _numero di iniziati. ·Paul -Gille ·si rivolge a tutti, scri~e per tutti, .pérchè• il suo scopo non è soltant~ di fare opera di scienziato ma anche .d'illuminare gli uomini, -di aiutarli a. divenire migliori e più felici. · Ma non bisogna prendere abbaglio. Sotto questa esposizione così Jucida,. -agévòlè e --S~.1,)(– plicè v'è molta scienza -e di scienza beri sicura, . attinta alle migliori fonti. Non altrimenti gli . ' scrittori filosofici e scientifici del secolo XVIII- si sforzavano di dissimulare con gr~– zia, agli occhi del lettore, questa armatura técnica che i loro emuli ·dei ·giorni nostri si· -compiap_ciono ·_ invèce di mette largamente . in'. mostra_ col compiacimento più v·ani,tòso. ' • (1) La traduzione italiima è uscita iil questi giorni. PAo-· Lo Gn,LF.: Abbozzo d'uua Filosofia_·dellci Digniià uinwna.,·Edit. •(Casa Edit,rice SociRle, Viale Monza ·77 Milanp), t-rad. di L .. Fabbri e· prefazionè di Saverio Mèrlino. _..:.. Lirè 5•. * * * Voglio tentare, benohè c10 non rientri del tutto nella mia competenza, di dare un rapida cenno sullo studio di Paul ·Gille. Nella introduzione egli se la prende vivace– mente col «Sofisma anti-idealista di Marx,, che denuncia come u·n miraggio dannoso. -ll fenomeno economico che secondo Marx; è il fattore determinante ·e sfugge alla volontà· u– mana, non è jn-vece soltanto materiale. L'uo– mo non è un essere passivo, bensì è dot1:.t0 di iniziati va. ed il fattore psichico interviene in ogni azione non meno del fa.tto1·e ec():iOlllJ(•u. · Questo,· certo, esercita una grande influenza sulla volizione umana, ma non è_ fatale che gli ubbidisca ciecamente . Il determinismo non è fa.talismo. La forza' motrice dei nostri atti è. in noi stessi. Ora, la 1egge profonda della nostra. vita, più impe– riosa a;nche del bisogno di mangiare e di ri- ' prodursi. è la ricerca del Giusto. Questo istin– to, rivelato dalla coscienza, è il germe della dignità umana e dimostrà che l'amoralismo ec.onomico di Marx è una funesta aberi·azione. * * * L'opera, del Gille si "divide in tre parti: -:;- .Il problema dell;:1 libertà Anarchia o An-11.rchia - L'integrazione umana. · Nella prima l'a u_tore analizza con gran p;re– cisione il problema - capitalé - della. liber· tà. Lo sbarazza di tutta la fraseologia metafi- · sica, con cui è stato per tanto tern.'po oscurato; e quindi dimostra come la nozione di infinito (intendo Finfinito materiale), con tutta; l'in"'. finita coinpl~ssità d'_influ~nze che gli è con– riessa, distrugge la concezione fatalista della vita e _restituisce all'esser-e umano una relativ;1 libertà d'azione. . Questa autonomia ci. permette di innovare, aunque, 'di. progredire." Noi accurrìuliamo, orgé!i• · riizziamo, sviluppÌamo: varietà· crescente nel– l'unità. crescente .. E quindi ci differenziamo . sempre più, pur· coordina~doci_. ogni -gforno di più. Il nostro sviluppo ha· il suo· segno pìù evi:. dente nell'acquisto del sapere che si accumula in noi grazie àlla memoria. ·Questa. condi~iona l'appa.rizioné della coscienza e "ìa coscienza , ~ . . ' autonoma cTea ·p-rogressivamente la libertà .. . Questa libertà, frutto del progresso, non è nè la libertà assoluta, d,ei metafisici, nè i1 «_Co– modaccio suo->·>egoi_stà. e d·a.rm.osodegli in divi-· . . . . <luailisti. L'uomo non ha in sè' soltantò degli istinti egoisti; egli è anche istin.tivamente al– truista, cidè ha anche un bisogno di ~span•. detsi. di doriarsL ). . . . .

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