Pensiero e Volontà - anno III - n. 1 - 16 gennaio 1926

(i PENSIERO E VOLONT A' . ' I • Per la dignità mòrale della letteratura (La ~erza « Lezione di eloquenza », pronun– ziata dal ]!'oscolo neWUni-versità di ]:'a-via il r8 '1'1'~gio 1809, da cu,i si toglie il se.._· gu.e;1;te br.a,.no, erraintitoLaJia « Della mo,rq,lp, letteraria» e cc Della leittem,i'wra ri71n.Jta ù– nic-a.mente al li+cro n) . · Tutta la letteratura di ogm· rnv,.im1e con– siste ne' ;po-eti, negli oratori ,e negli storici; l'eloquenza è la facoltà che <l.à color,ito, di– segno ed .atùma. a qneste tre. parti della. let– teratura. Qualunque siasi la materia che i poeti-, -gli oratori e gli storici trattino, non rileva; ,purchè. sia animata dall'eloquenza, anche l'agrico1t-ura diventa p0etica in Vii-gi-· lio; La [)Olitica, ,la giuris.prudenza e la meta– :6.sioa diventano oratoriè in !Machiavelli e in Montesquieu ed in Platone: l'astronomia P. l'anatomia stessa ,degli an'Ì'111.ali diventano sn– blimemente· storiche nella .:penna di Bailly •~ di Buffon. Or l'eloquenza che è il carattere . • I generale ed ing-enito ·della letteratura. distin- gues,i da ogni .a_ltra ,facoltà ed arte ·nell'uo· mo, perchiè esercita l'intelletto non 1l)er mez .. zo dei sensi.cofoe la imusica e la. ;pittura, non per mezzo deT raziocinio come fanno i ~al·· coli matematici e l,e dimostrazioni scientifi~ che, bensì per mezzo ·del. calore delle pas– sioni ,e ,della -energid della· verità. L' eloquen– za ins0t1pma, in ,qualunque argomento, 1 n qualunque modo la maneggi. e sotto qua– lunque. >forma, in iprosa o 1n :versi, ·deve ot– tenere che il cuore· senta, ·che l'immagina-· zi0:ne s'infiammi, che l,e idee si diping~.no vive, calde e presenti dinanzi .la mente, e che c(neste, fortissime sensazioni ed idee ·ri-: sv·eglino -<;dinvigoriscdno l'attività della n'o- · stra ra'gione, e ci facciano non tanto calco-. làre la verità quanto sentirla e veiélerla. ·Se così è, com'io credo e crederò. finchè non mi sia pr()IVato altrimenti, ?! chiaro che la kttera!tur:a è una merce la quale nel com- 1nercio social~ non ha rafPrporti che •con le, passioni degl<i,uomini e con le ofl)inioni c'he si. credono ;più v~re e lf)iù utili- ai te:rn:pi ed alla società in cni 'vivono gli uomini 1-ette- rati. · : · · Poniamo dunqnè un Jetterato che per 'rie– ~essità lf.c1migliari, o per àvà·rizia o prpdiga- lità voglia rivolgere !Principalmente -le lettere .all'acquisto ,di denaro, di poderi, o di que' pubblici impieghi .e .fPr:Ì:v:ati che possono pro– cacèiare ricchezze. Alvend<> egli, come lette– rato, rap1Porto uriico qua.si e diretto coD: le !Passioni e le opinioni degli uomini, certo è· dh'-egli non pttò se : p.on second:are le passio– ni e le opinioni quali pur sieno, di coloro che -essendo ricchi e pot·enti gli [)ossono es– ser•e liberali di danaro •e ,di· cariche. E certo ,è. pure, per direttiissima conseguenza, che tutto quello che lt)ia,c,e alfa ricchezza deve -essere adornato da ,questo scrittore, è tutto quellò che le dispiace, vituperato o taciuto. Noni già che si de'bba stranamente disprez– zar la rièchezia., poidhè rtìnchè si vive in una società ov,e il danaro ,è il rall)presentante di tutte le necessità -ed! i comodi della vita, ed è inoltre stromento dell'individuale :indipen– denza, non si rpuò ,disprez·zarlo senza ,essere o d:iivinamente esenti da ogni umano bisogno, o. stolidamente incuranti :della propria indi– [)endenza. Inoltre la riochezza, :presa assolutamente in se st~sa, non 1può se non destarci _certo c'lesiélerio ed anche c~ita stima ·,di sè, Infatti a ,quest'idea <li -ricchezza sonq, associàte ·1e idee di eduçazione nqbile e liberale, d'indu– stria. e d'attività nell'acquistarla; di facolt~ di giovare alle arti, di beneficare gli amici, di sollevare gli OJppressi; l'idea ,finalmente di grand,ezza d'animo- e di libertà di' :pensiero, . da che la ricchezza aggiunge molto coraggio e togHe molte catene al mortale che la pos– siede. Ma tutte le cose qevono primamente •essere stimate sino a uri certo grado . e non più; in secondo luogo devono essere stimate più <? meno anche a norma dell'uso che se· ne fa. Or .quanto al grado di stima dovuto alla ricchezza,, credo che si possa assegnarlo con precisione così: la ricchezza va stimata più di tutte ,.quelle ·cose ·che ella può dare, e m,eno di quelle cose che ella non può dare. S'ella dunque iper .sè non può-darci nè ,la co– stanza, n,:è il valore, niè la. saviezza., nè la com1Passione, nè l'ing-egn0, nè gl'iucanti del- la obelièzzà, niè la '-d1licata, voluttà delle Mu- , ,se, niè l'amore ischietto e soave, .nè la. cald:a amiicizia, nè il sacro amor della ipa.t6a, riè tante altre di queUe virtù che spirano invero. un certo- cli e· di celeste ,alla misera e mortale natura dell'uomo; a queste virtù incornpara– bil,i l,a ricchezza deve essere I.fuori d'ogni dubbio _pospost~.

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