Pensiero e Volontà - anno II - n. 11 - 16 settembre 1925

PENSIERO~ VOLONTA' --------------'--'------------------------------- Un giorno finalmente la zia mi porta in di– s_parte e COIJ.l le lagrime agli occhi' mi fa un i:redicozzo e po~ mi ·dice: << Ma. insomma., si, può sapere chi_ è quel signor Fnnelli che viene · a parlarti in segreto 1 Qui c'è qualche cosa che non mi persna<le ». lo cerca.i di rassicurarla e fra l'altro le diss1 1 che Fanelli era un dc·• put.ato al Parlamento. Ma sù.bito la zia, di• vent~ta severa, esclamò: << Come 'I Uh deputa– to'. ~ tu non ti vergog1ii '! Tuo patlre era un galantuçimo e tu tratti co'll quella gente, senza pentia.re che così clisonori la famiglia ! ,;. Mi 8forzai di spiegarle che Fanelh era un onc• to nomo, che per la sua onestà viveva in mi– seria; ei-sa sembrò rasserenata e •finì poi' an– che col dirigere la parola a, Fanelli; ma cre<lo che qn~ll'affare del dep1tato non le sia mai andato grn. Dìe:s1 a m1a zia che .B'auelli viveva rn nllsu– ria ed era Ja verità.. Egli u.vcva la pens:une d1~ lire mille all'anno che gfj • veniva per essere stato uno ùei MiJJe di Ga,ribaldi, e questo era tutto quello con cui viveva. Siccome ci teneva a conservare il suo << decoro » e voleva vesti– ro ali;rieno decentemente, dopo che s'e1·a abbi– gliato ed rw1.wa pagato la stanza e la lavaJJ dai'p, (egli era sca,polo) poco gli restava per il mangiar, e gli altd bisog111 priruordrnli della vita. Egli riteneva parte del <l decoro » il non fal' scorgere le sue risfirettezze; mu io sapevo chi: qualche volta passava. la sua gior111ata con un soldo di marroni lessi (allessr li chiarnava,– no j napolet.ani e<l a queli'ei:oca se ae avevano 30 per un soldo). Quando non ne: poteva pro– prio più e voleva rifarsi un poco, prendeva il battello e viaggiava da Genov1.1,,a Napoli, 1L Palermo e viceversa, perchè come deputato aveva diritto al viaggio grath; in prima clas– se, vitto comr:reso. E' inutile ricordare che a quell'epoca i de– -putati avevano il viaggio e la posta gratis, m,. 111essunstipendio o indennità, e quando non t1affic~va110 con i1 loro mandato e non ave. vano mezzi di fortuna o una professione red– ditizfa 11i trovav11,m, Ùt t:dsti r.ondliioni. Non ricordo ora njente a-ltro di personale al 'Fainelli · 11 ripensa1·e n lui mi commuove profonda– mente. Egli fu un apostold ed un lottatore: un uomo in tutto degno d'Ì servit•u di esempio. * * * -Voglio profittare Jell'.occasione per si:iegare un enigma, che imbarazz~ molti di coloro che , si occupano della storia dell'Intornazionale o <le] rnovime11to amtl'chiçu Come va che gli amarch1cl', i quali sono sta– ti sempre antipariamentansti ed aHtensionisti, avevano tra di loro --- e nelle prime file - <lue. deputati : Giuseppe Fanelli e Saverio ·i,""ri– scia 1 Io non so se ora, ritornando alle conaizi.'oni di quell'epoca sopporteremmo tale contrn,dizio– ne; ma è certo che allora il fatto di esf!er de– :i:utato, mentre offriva a noi il vantaggio dj avere qualcuno che potesse viaggiare grati& - cosa di prima importanza vista la 11ostra penuria di mezzi - non aveva gl'inconve– nienti che ha assunti più tardi. A quell'epoca votavano solo pochi censiti ed i nootrj compagni, Friscia e Famelli, eranu. eletti per ragioni puramente personali da po– che centinaia <li amici loro. N olTlavevano bi– sogno di fare discorsi e :i:rogrammi elettorali, di promettere nulla, di far sperare nella azione parlam~ntare e distrarre così il popolo daJla lotta diretta per la propria emancipa,.. zione. Il socialismo e l'a.narchia ID.on aveva– no nulla da fare con la loro elezione, e non Ilf: ricevevano danno. Il suffrag1'0 alla1'gato e poi il suffragio uni– versale cambiarono· le cose; ma allora Friscia e Fanelli erano morfi. ERRIUO MALATESTA. Per il nostro movimento in America · , 1 gruppi anarchici di Detroit, · Mich., Gal– latin, ?a. e Oakwood, Mich. (~tati Uniti d' A– me'l:ica) hanno ind'etto, una specie di plebisci– to, domandando, p~r mezzo di una cncolare diretta. a tutti gli anarchici italiani dimoranti negli Stati Uniti, ·1a risposta ad una quantità di quesiti. relativi al nostro movimento e spe– cialmente alla stampa che lo fomenta e lo rap- presenta. . , Noi plaudiamo a quell'iniziativa perchè è uno sprone a maggiore attività, e sopratutto perchè vi vediamo l'intenzione di risolvere per comunicazioni dirette fra i comp.agni i dissidii personali che vi sono, o possono sorgere, sot– traendoli a.lla pubblicità d'ella nostra stampa,. la quale dovrebbe sempre aver di mira il pub– b]ico ed essere dedicata , esclusivamente alla. . propaganda. Quei compagni d''America che non avessero ricevuta, la circolare la domandino a G. iJ/a• sc1;0, 11502 Hawthorne A~e., Det1·0Ìt, Mich.

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