Pensiero e Volontà - anno II - n. 10 - 1 settembre 1925

232 PENSIERO E VO!LONTA' Anarchici, con·f ederazione delLavoro e rganiìzai Con questo titolo si è svolta, in Battaglie Sindacali, organo della italiana Confedera– zione Generale del Lavoro (1), una !Polemi– ca assai interessante tra 'la redazione rifor– mista del giornale ed il nostro co~gno di idee Spartaco Stagnetti, - la quale in cer– to modo è il più eloquente commento alla ormai seppellita questione della unità sinda– cale. Ma, rimandata agli archivi la questione in sè come anarchici abbiamo sempre da fare , delle osservazioni su tante altre cose che i riformisti confederali han dette, - le qua– li osse:rvazioni non vogliono affatto, si ca– .pisce infirmare la difesa delle idee· e me- , todi anarchici esposta da Stagnetti, ma sem- plicemente som171arsiad essa per aggiunger– vene qualcuna cui forse Stagnetti dava mi– nore i~nportanza o che egli ha sorvolato per– ohè meno attinente alle questioni sindacali e forse non poteva abusare col diffondersi trol)ipo della o~italità dl'un giornale d'idee opposte:. Il trafiletto di Battaglie Sindacali, che ha dato motivo alla •protesta ragionata di Sta– gnetti, era davvero cattlvù, ingiusto e ~ra., giouato (n. 26 del 18 giugno)- Il giornale confedera·le se la prendeva con Rassegna Sindacale, organo della Unione Sindacale I– t~liana, per le sue idee avverse aU'unitn 0- pE:raia (o, per essere più :precisi, alla fusio– ne immediata), attaccando iµ blocco gli a– narchici, come se l'U. S. I. e Rassegna Sin– dacale fossero organismi :anarchici:, e non tenendo affatto conto che 1 lia Rassegna po!e– ndzzava sopratutto e prqprio con degli anar– thici che avevano sostenuto, a torto o a ra– gi<me non imJP<;>rta, la necessità urgente clel– l'unità. Nè Battaglie Sindacàli poteva ignorare questo fatto caratteristico, nè sottrarsr al do– ver<> d'un diverso linguaggio, dal momento che lo stesso giornale aveva riportato qual– che settimana prima ('perchè 1 le faceva como– do) un brano di questa nostra rivista in cui si diceva ohe la volontà di unità era predo- (1) Vedi per la polemica, per gli accenni crit,1ci ohe l'han determinata o che vi si riferiseono, i seguenti numeri cli Battaglie Sindacali: n. 18 del 23 aprile 1925, n. 26 .del 18 giu– gno, n. 28 del 2 luglio e n. 31 del 23 luglio u. s. minante fra gli anarchici. Dopo di ciò non soltanto l'attaccare in blocco gli anarchici come avversari dell'unità, ma far ane:he ri– salire questa avversione a delle cervellotiche teorie anarchiche sU'll'indisciplina e sull'anti– organizzazione, era un vero imbrogliar le carte in taV-Ola1per deliberato proposito. D'altra parte è bensì vero che, in 5tPecie dal 1914-15, gli anarchici avevano acquista– ta con la loro attività una grande influenza nella U. s. I., come pure è vero che anahe degli anarchici (sia pure in numero minore) non vedono oggi di buon occhio i<1 movimen– to ll)er l'unità; ma queste circostanze del tut– to contingenti e imprecisabili (v'è infatti an– che trà noi chi le vede diversamente) non permettono a Battaglie Sindacali d'ignorare che, e per il suo programma e per il fatto concreto (.almeno fino a quando i fatti eon– e.reti erano possibili e controllabili), a 1 na Unione Sindacale appartenevano non sol– santo degli anarchici, ma sindacalisti, socia– listi, repubblicani e perfin qualche riformi– sta, oltre naturalmente una quantità di senza jpartito, come in tutte le organizzazioni sin– daca·Ii. A questo punto scorgiamo il sorriso ironi– co di Battaglie Sindacali,' che chiama ccso– pravvissuti » gli uomini di coraggio ohe osa– no ancora difendere il vessillo dell'U. S. I. e scherza con tanto spirito sulla loro cc or– g.anizzazfone.... disorganizzata ». iMa se l'U. S. I. è stata scio1ta d'ordine del governo, e . prima ancora le era impedito di funzionare, non crediamo convenga alla bottega di .fron– te - ci si pérmetta l'espressione senza in– tenzione d'offesa - di riderci su. Perc'hè ... Messene ,non rideva quando piangeva Sparta ! E' inutile il dire che .a noi anarchici non dispiacerebbe ,punto il fatto ~n sè che si chiami « ,anarchica » la U. S. I. o cc.~marchi– ci » i suoi soci e dirigenti. Vorremmo che il nome corrispondesse al ver.o: e ci limite– remmo allora se1,11p'licementea pregarla ~H cambiarsi nome. · La cosa non ci di~iacerebbe. neppur se fossimo per fq:-za maggiore 1 (di luogo, ,di mestiere, o di ~ircostanze) soci della Confe– derazione del Lavoro. Ma ciò che offende, più che noi, la lealtà e la verità è che ve– diamo in questo sistema la ripetizione del vecchio gioco di chiamare arrabbiato un cane

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=