Pensiero e Volontà - anno I - n. 21 - 1 novembre 1924

8 PENSIERO E VOLONTA --,------=----:----.-------- ·1L PROPLEMA DELLA PRODU.ZIONE EL'ANARCHIA. In due precedenti articoli (1) abbiamo bre– vemente, 1na, riteniamo, in modo esauriente, messo in evidenza alcuni punti che consideria– mo di so~ma importanza: . 1. Non potersi asso.Iutamen te con tare sulla esistenza di uno stoc di cose necessa.rie ed utili a.Ila vita, così importanti da permettere che si possa vivere per un certo periodo solo, o quasi, preleva.ndo da queste riserve, e per un consu– mo che si deve prevedere anche maggiore del- 1' attuale; 2. Esser-e quindi necessario che il ritmo della produzione continui non solo per iiò che occorre all~ più elementari necessità della vi– ta, ma anche per soddisfare esigenze oramai da tutti sentite; per i servizi pubblici; per tutta una complessità di rapporti mondiali e comodità di uso generale e che non potrebbe,ro venir meno senza che gravemente tutti abbia– no a risentirsene. Come si può dunque provvedere affinchè non solo la rivoluzione non venga a diminuire l'ef– ficienza pro_duttiva, ma anzi riesca in b:r,eve termine ad ,aumentarla 1 " Dove e oo,me ·t'rovare la qu(lJJitità ·di lavbro necessaria a produi:re in tanta maggior' co– pia dei beni, della :ricchezza sociale 1 Quando ci guardiamo attorno dobbiamo fa- , re una prima constatazione-: gente che non lavori, gente eh~ viva in ozio, assoluto o qua..sì ce n'è ben poca. Nella enorme maggioranza tut,'!tj iJi uomi- - ni invece si affaticano, lavorano~~ ha.nno buo– na parte della loro giornata presa da una quantità di· occupazioni. Lav,orano contadini ed operai addetti alle pii1 svariate ind' 1.st~ ie, lavorano tecnici, con– tabili, .commercianti, professionisti di ogni prof.es' Sione, artisti di ogni arte. Il lavoro di. certe categorie, magistrati, avvocati, uomini politici, uomini. d'arme, impiegati, in certi uffici della più p1,1ra burocrazia, appare su– bito del tutto inutile · e · potrà e dovrà cessa– re appena caduto il regime. Ma. qu,~ti .lavo– ratori che. si troveranno senza oocupazi<;> ne.al primo trionfo della rivoluzion.e, non rapp:re– sen.ta.rio ancora che una piccola· minoranza an– che se uniti a colorp .che se ne· vivono delle rendite del loro patrirrioni-0 .senza di nulla oé- ( 1) Prnsiero e V9lo7!tà, n. 8 e 9. nco. . ., cuparsi. Ed è anohe difficile assai che da ur1 momento all'altro possano diventare degli a– bili artefici addetti a qualche lavoro utile al– la produzione. Quesite categorie, che saranno quelle più çolpìte _dalla rivoluzione, saranno presumibilmente le più difficili ad adattarsi, e l'adattamento sarà graduale non certo' im– mediato. u·no studio sulla psicologia degli e– migrati della rivoluzione russa sa-rebbe ben interessante, ma su questo fenomeno avremo occasiÒne di ritorna.re. ln ogni modo ci sembra pacifico che sareb– be del tµ tto vano con tare sul concorso im;me– diato di queste catego1~ìe di persone per au– mentare la produzione del grano, costruire case, far comminare dei treni .... Cade così una delle· pi_ù sempliciste tra le molte soluzioni, troppo :facili, del grande pro-. blema della ef:e.cienza, della produzione .nei . periodo post-insurrezionale e rivoltizionario. :,,;. Una ~-.irande parte della popolazione, si d,i- ·· ce, oggi ·'rrpn lavora, vive sul lavoro faticos6- del proletariato. Domani chi :v.orrà ma.ngi'à;1Ùi, ·, dovrà lavorare e - cosi questa massa nuova. a:il}I lavoratori darà uno straor.dinario incremJ°, to alla produzione, creerà della ~uova ricch~~.: za, verrà a diminuire, ripartendola su di un maggior numero di persone la fatic_a:::.ora gra– vante su una sola parte e cre~fii; c6ndizioni di~ maggior benessere per tutti. · · ' Ricordiamo ancora che alla s.tregua di que– sto ragionamento, uno dei più oorrenti n_ella propaga.ndà spict~iola e popolare, vengono ap- 15unto identificati gli oppreBsi, gli sfruttati, _ i proleta.ri, gli operai manuali, si~ come i lavolf'atori per eccellenza sia come gli unici creatori di tutta la ricchezza;, di ogni benes– s·ere per le classi oziose e privilegiate; e di ·· quel minimunf di cose necessarie, alia vita che è lasciato alle classi oppress<;. Il la:voro manuale, a qualunque fine sia vol– to, 'è il solo che vi~ne ~~sider·ato oome vero , lavoro, esso viene esaltato in maniera specia- .· lissima, G0nsiderato sotto un punto di vista del tutto privilegiato. Quesa 1'.eazione a quel senso di inferiorità in cui è tenuto il lavoro manuale riella consi– derazione corrente dell'attuale regime sociale, è spiegabilissima, squisitamente umana. E non è da stupirsi se essa ·esage1·a in senso -contra– n0, nè se· questa esageruione è necessaria

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