Pensiero e Volontà - anno I - n. 19 - 1 ottobre 1924

\ • 6 P~NSI·ERO E V 1 0LONTA • Umwn,ità Nova. Il .libro è del 1917, di prima che Lenin salisse al potere, quando bolscevichi ed anarchici perseguita·bi .dalla reazione di Ke– renski erano uniti nelle iotte di strada; e ri– sente quindi d!3'1lenece~sità ,e oppo.rtunità del momento. Esso parla degli anarchici con ba- . · stante rispetto e rende lor◊ giustizia contro le fa}.sjficazioni .del noto libro antianarchico .del Plekanow; ma com~ dottrina, di assai scarso valore del resto, non fa che rip,eter.e la vecchia idea marxista che lo Stato ,spa.rirà con la fine de] privilegio economico, 111ache intanto biso– gna, conquistarlo: distrugg,ere cioè lo Stato bor· ghese e sostituirgli uno Stato provvisorio pro– letario. Su quello che è il vero punto di dissenso tra :anarchici e boh,cevichi, e lo era tra Bakunin e Marx, vale a dir.e sul concetto e indirizz,o li– bertario o autoritar·io del_la rivoluzione, il dis- .senso resta profondo; anzi Lenin lo accentua ·di molto. Il pensiero di Bakunin è noto ,ed inequivoca- _.bile: « ... Io sono nemico assoluto della rivo– luzione per decreti, che è una conseguenza ed una applicazione dell'idea d,ello Stato rivolu– zionario, cioè deUa reazione che si nasconde dietro l'.apparenza della rivoluzione (1) ... E' -del tutto ,erronea l'opinione dei co1nunisti auto– ritari che una rj vol uzione sodale possa essere ·decretata e organizzata sia da una dittatura, sia da una assemblea costituente (2) .. . SoJo \:On la libertà e per mezzo de]lfli libertà è rag– giungibile l'eguaglianza (3) ... << Noi non am– ruettÌamo neppure come transaz1:one rivoluzio– narie nè le Convenzio:µi nazionali, nè Le· ditta- . ture sedicenti rivoluzionarie, perchè siamo con– vinti che la Rivoluzione non è sincera, onesta .e reale che tra le mass,e, e che quando viene_ con– oentrata nelle mani di po.chi governanti, diven– ta inevitabilmente ed immediatarnente la rea-– ziorne (4) ». A questo conc,etto anarchico della rivoluzio– n~ Carlo Marx opponeva il suo cono~tto so– cialdemocratico. e Lenin il suo ultradittatoriale. Si deve ad una, arbitrar-i!1 inte-rpretazione dj ~-enin che Marx fos~e per la « dittatura pro– letaria »: è dubbio 1>-eifino ch'egli abbia ado– , perata questa locuzione., Se pu!'e incidental– mente l'ha scritta, Mar)! non ne' ha fatto maj (1) M · Bakounine Oeuvres - -VoL II, · pag. 95. (2) Vol. IV, pag. 261. (3) Vol. V, pag. 397. ( 4) Vol. IV, pag. 345. ianco- ~ una teoria vera e prop;rj a,; la sua era. una sem– p_lice ,espresaione energetica per significare la neoessità dell'intransigenza e inesorabilità 1·i– voluzionaria contro la classe ,e lo Stato capita– listici, da espropria"si .d'ogni ricchezza e d'o– gni potere._ Ma per ciò che riguarda la con– dotta e l'organizzazione interna della rivoluzio– ne, per il regi1ne ·che dovrebbe darsi il prole– tariato, Marx era democratico, per lai Stato popolare (come si diceva nel 1870) o democra– zia operaia sor.ialista. A proposito della Comu– ne, in un punto della sua « Guerra. civile in Francia » giunge fino a concepire l'unità del– la n!"zione basata sulla costituente comunale e le au_tonomie locali (1). Marx era avversario degli anarchici da au– toritario den1ocratico (oltr,e che p,er le questio– n~ di m,etodo in seno aU'Internazi.onale), e én– me talé fu aspri•ssimo con essi; ma tutta la critica a,ntianarchica .di lviarx e quella più astiosa ancora di Engels, Lenin la fa sua ri– petendone e riportandone l'accusa d'essere pic– coli-borghesi, non tìvoluzionari ma confusio– nari facenti il gioco, della reazione. In più. Lenin accentua il concetto ~eD''acoentramento statale, spingendolo fino alla aberrazione -.d-it- . tatoriale. Eppoi, quando Lenin scriveva Stato -e Rivo- luz·ione ~ra ancora all'opposizione; nel suo li– bro si sente già l'unghia del futuro padrone 1 ma un po' deUe vecchie tendenze democrati– che (non anarchicp.e) sopravvivono ancora in lui. Egl; si sforza a sottolineare la « provvi– sori,età >i della dittatura, parla anch'egli di democrazia operaia, ecc. · Così pur,e- nei primi tempi, dopo lI1 vittoria bolsoevica dell'ottobre 1917, quando com.pilò la famosa Costituzione dei Soviety, Lenin parve voler tener conto delle . aspir~zioni libertarie popola,rì. Questa Costi– tuzione, pur non eontenendo tntto quél « di– sprezzo p.p,r lo Sta,to » ch13sembra a Sandomir– ski, in quanto era pur sempre una c~ tituzio– ne 1>tatale, indubbian1ente costituiva un pro– gresso sui vecchi regimi bo-rghesi. Essa la~i,cia– 'Vci, almeno, o pareva lasciare, delle p,ossibi)iijà di sviluppi liberi. Ma all'alto p.ratioo si vide come Lenin ed i bolscevichi la intendessero in senso opposto· e la ètipplicasser 0 seec,ndo la in- terpretazione più liber.ticida e tirannica. Non parliamo della u provvisorietà » della (1) Opere di· Marx, Engels e Lassal~e, Vol II, pate 4. a, pag. 45 e 49. - Lenin nel suo libro, pag. n8 e 59, P'?lemizzando con Bernsooin, tenta int,erpr,e,trare in senso inverso questo passo ma . ' non vi riesce. ·

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