Pègaso - anno V - n. 6 - giugno 1933

M a gli uomini non sono mai del tutto porci. P r o p r i o quando si fanno grufolanti, bisogna che qualcuno l i richiami alla loro ori– gine e destinazione umana. L'istinto della vita è tutto progrediente, sempre da germe a maturità.' C h i dice : vorrei tornare fanciullo, è ancora fanciullo. Quando ci fa uscire da dubbiezza, anche la cattiva sorte ci è gradita. • N o n c'è carriera umana che seguita fino alle sue ultime possi– bilità non comporti qualche maniera d'eroismo: e coloro che si l a – gnano dì non averne mai avuto occasione, se ne scansarono ogni volta se lo videro venir incontro. L a v o l o n t à al servizio dell'intelligenza fa miracoli. Quando vuol sostituirsi all'intelligenza fa catastrofi. L a vita c'insegna quel che noi vogliamo ci insegni. L a stessa avventura fa questo prudente, quello temerario. Bisogna saper resistere anche alla nostalgia della vita mediocre. 4 • 4 C h i si fa vanto de* suoi cattivi sentimenti cerca con quelli di nascondere i pessimi. Trascriver tutto sé non giova. L ' a n i m a p u ò esser fluttuante; l'opera dev'esser rettilinea. T u t t i i malinconici sono timidi. E d è difficile dire se sono m a – linconici a cagione della loro t i m i d i t à , o non piuttosto attimiditi di questa inchiarificabile torbidezza. Nessuno è vissuto indarno. Anche la p i ù effimera creatura modifica della sua traccia la materia del mondo. N o n si p u ò en– trare nella corrente senza o ostacolarla o assecondarla. Per non rinchiudersi nella « t o r r e d ' a v o r i o » , tali salgono sul palco del ciarlatano.

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