Pègaso - anno V - n. 6 - giugno 1933

6 7 6 B. Cicognani - L'Ines Le si riempirono gli occhi di meraviglia. — Stai qui davvero? — S ì , L a s c i ò cadere la testa sul petto. E io allora capii quel che non avevo capito fin a quel momento : come si fosse illusa dell'aver io salito la Costa, preso i l viale dei C o l l i ; capii quel che aveva creduto. — Stai proprio qui? A questo cancello? — Sì, è i l mio cancello; l'entrata p e r ò è dalla strada. E l l a fissò i l cancello, i l viale interno con le siepi fiorite, i l fianco grande, là, della v i l l a , con gli occhi ancora della bambina di P i a z z a P i t t i , con quel miscuglio di g o l o s i t à e di sbigottimento. — A b b i pazienza, scusa... — L e stesse parole, la stessa into– nazione umile e dolente di quando s'era scostata, la prima volta, da me. E io non trovai nulla da dirle. M ' a v v i a i g i ù per l ' E r t a lascian– dola inerte, col cappello dalle grandi penne e i guanti e i l ventaglio in mano. D o p o un certo tempo, sentii di camera sul lastricato dell'Erta, sonante in quel punto come se vuota sotto, i l ticche-tacche degli scarpini di lei. E soltanto allora provai un grande disgusto di me. B R U N O CICOGNANI.

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