Pègaso - anno V - n. 6 - giugno 1933

768 E . POUND, An Anthology Ora però che questa mania della densità pregnante ed oscura sta per cadere e la poesia è ormai giunta al punto in cui la desideriamo tutti chiara, profonda e imbevuta di verità e umanità ci pare che solo alcuni poeti di quell'indirizzo sieno degni di sornuotare sul maremagno di quelle profondità artifiziose, di quel gongorismo ansimante : e tra questi uno ch'è proprio italiano, Emanuel Carnevali, di cui sono r i – portate qui le più recenti poesie del ' 3 0 : poemetti in cui egli definisce tipi di fanciulle italiane, fanciulle bolognesi, fanciulle lombarde.... e uno, più lungo, sul contadino italiano : « Anni di star chinato sulla vanga — hanno gittato un peso sulle sue spalle, cosicché egli ha — dorso a uncino. — Le toppe dei suoi pantaloni (poiché di rado porta giacca) — formano una molto ridicola e molto tragica — bandiera. L a sua camicia è indicibilmente sporca. — L a terra, questa dannata matrigna, — ha succiato la sua carne, — co– sicché egli è una massa di muscoli contratti.... ». I l Carnevali passò la sua giovinezza in America dove fece un po' tutti i mestieri, ma appassionato di poesia, scrisse in inglese canti bellis– simi che suscitarono lo stupore e l'entusiasmo di molti scrittori america– ni. Egli ha una fluidità di rappresentazione cordiale ed umana che r i – corda una poco i migliori accenti dei primi vociani, massime del Papini : è poeta sporadico, ma di vena, e dobbiamo soltanto dolerci che una malattia contratta in America lo tenga anche qui fra noi pressoché ino– peroso, poiché egli era davvero una splendente promessa. . Delle « N e w Masses », specie di congrega anonima di poeti operai sindacalisti che fa una poesia di classe, piena di aspre, faticose im– pressioni di lavoro, di rivolta e d'officina, realizzata con una tecnica altrettanto dura e ostile, sono riportati qui alcuni poemetti, come Blood and Iron, Professors, Portrait of a President, 3 or 4 American Heroes. Certamente la maggior parte della poesia delle « New Masses » è migliore se viene considerata nell'insieme, che per singoli autori, di– stinta. È la poesia artista della nuova intelligenzia che tenta di mani– festarsi attraverso una passione di partito. Ma essa ha pure i suoi acco– rati accenti, le sue dolcezze di malinconio idillio; come in questa My Factory. « Qui, una volta, mio nonno, — filava seta, vecchio com'era. — Qui, una volta, mio padre, — filò seta per dodici anni. — Qui una volta mia madre, — filava seta quando i tempi eran duri, — e mancava car– bone per l'inverno. — Essi non hanno bisogno di monumento. •— Que– sta è la tomba vivente di quelli che amo ». • CARLO LINATI UGO O J E T T I , Direttore responsabile PIETRO PANCRAZI, Segretario di redazione TIPOGRAFIA T R E V E S - T R E C C A N I - T U M M I N E L L I , MILANO.

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