Pègaso - anno V - n. 6 - giugno 1933

tn mostra 7 4 3 D'un tratto, a una cortesia improvvisa, a una comodità inattesa, a un corteo d'Avanguardisti o di Balilla, a una processione sacra tra i pas– santi che si scoprono, a una musica, a un canto, l'ammirazione esplode anche nei più compassati con l'accento commosso che è proprio dei con– vertiti, così che quasi si benedicono le accuse e le favole con cui oltre confine per anni è stata nascosta la verità sull'Italia e sul Fascismo. Si aggiunga la certezza che da noi ogni straniero rispettabile è accolto con cortesia senza che gli si chieda a quale razza o a quale religione appartenga. Poi v'è un'altra fortuna : che mentre vediamo così questi ospiti mu– tare davanti alla verità riconosciuta volto e pensiero, ci sentiamo a no– stra volta osservati da loro e pesati, condotti cioè a una vigilanza su noi stessi, a un ritegno nelle nostre parole ed effusioni, a quél dovere insomma che in faccia a uno straniero ogni Italiano ha di sentire che rappresenta l'Italia: un dovere che troppi Italiani avevano fra i tanti inchini dimen– ticato. E anche questa è una cara novità. UGO O J E T T I . •

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