Pègaso - anno V - n. 4 - aprile 1933

C . SGROI, Gli studi estetici in Italia ecc 4 9 9 l'esperienza, u n metodo concreto per spiegarsi sempre p i ù compiutamente l a singola opera e l a p e r s o n a l i t à artistica. N o n accenno a i rappresentanti d i altre correnti, decisamente f u o r i dell'idealismo e d i scarsa o n u l l a efficacia s u l m o v i m e n t o generale storio– grafico, come quella del pensiero cattolico e quelle i r r a z i o n a l i s t i c h e . B e n a proposito rileva dunque l o Sgroi che spesso l a revisione fe– conda viene d a l l o stesso l a v o r ì o di storia concreta; d a l l a critica i n atto delle varie m a n i f e s t a z i o n i dell'arte. U n critico grandissimo quale i l D e Sanctis n o n fu u n teorico. E nel caso presente, l'atteggiamento p u n t o a m b i z i o s o dello S g r o i gli h a permesso d i conservare u n ' i n t o n a z i o n e se– rena e i l p i ù spesso espressiva d i simpatica partecipazione alle opere degli scrittori che esamina, anche d i tendenza diversa d a l l a sua. Se n o n m ' i n – ganno soltanto a proposito della Scepsi estetica del R e n s i e d e l l ' E s t e t i c a del T i l g h e r , si nota l'accentuazione polemica. I n o l t r e , sebbene i l l i b r o abbia carattere i n f o r m a t i v o , l'autore i n – dica d i solito con penetranti osservazioni essenziali gli atteggiamenti p i ù deboli o p i ù efficaci del pensiero a l t r u i . Sarebbe n o n difficile poi notare disuguaglianze e incertezze. M i c o n – cederà anche lo S g r o i , q u i i n u l t i m o , u n cantuccio per avvertire che i l contenuto di u n m i o articolo, pubblicato i n questa r i v i s t a , s u l Problema della storia letteraria e l'opera del De Sanctis (ottobre 1 9 2 9 ) , articolo che egli h a avuto l a b o n t à d i ricordare, è del tutto diverso e perfino i n contrasto con quello che egli h a supposto, accostandolo a u n ' i m p o r t a n t e scritto del C r o c e . L o S g r o i p o t r à i n u n a seconda edizione ovviare a q u a l – che svista e alle disuguaglianze sopra accennate. M i rendo conto che i n s i m i l i casi è m o l t o p i ù facile mettere i n – sieme o b i e z i o n i , che assumersi i l compito d i svolgere c o s ì grave argo– mento, n o n solo per l a discussione dei v a r i p r o b l e m i m a anche per l ' o r d i n a m e n t o della materia; ed egli h a brillantemente superato g l i osta– coli, facendo opera feconda di chiarificazione e contribuendo efficace– mente a l'ulteriore s v i l u p p o degli studi d i estetica. G I U S E P P E C I T A N N A . " PAOLO V I T A F l N Z I , Antologia apocrifa. — F o r m i g g i n i , R o m a , 1 9 2 7 . L . 7 , 5 0 . — Antologia apocrifa, 2 " serie. — F o r m i g g i n i , R o m a , 1 9 3 3 . L . 7 , 5 0 . • L a seconda serie di questa Antologia apocrifa ripete, come l a p r i m a , sul frontespizio un'epigrafe del C a r d u c c i : Parodia è riconoscimento della poesia. Le parole sono tratte da u n a letterina che i l C a r d u c c i nel 1 8 9 9 scriveva a l signor G i u l i o P a d o v a n i , autore i n q u e l l ' a n n o d i certi Tra– vestimenti carducciani : « A l l e fortune che i miei versi h a n n o avuto oltre i l merito, ora si deve aggiungere quella della p a r o d i a ; l a quale è r i c o – noscimento della poesia » . I l C a r d u c c i anche q u i si r i c h i a m a v a , come g l i era sempre naturale, a l l a t r a d i z i o n e ; che se oggi si s c r i v o n o molte parodie, moltissime se ne scrissero i n ogni secolo. Q u a n d o , s u l l a soglia della poesia i t a l i a n a l'aretino C e n n e della C h i t a r r a fece i l verso a F o l g o r e

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