Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

• A t \ J l U simo » Metastasio, tra i cui sommi pregi pone « quella tanta pratica e profondissima conoscenza che egli ha dell'uomo.... me– tafisico >>, sicché p u ò dire in versi u n « numero innumerabile di sentimenti e d'affetti, che L o c k e e A d d i s o n potettero appena esprimere i n prosa, u n mondo di moti quasi impercettibili del– la mente nostra, e d'idee poco meno che occulte a quegli stessi che le concepiscono, e di pensieri e di voglie talora ombreg– giate appena dal nostro cuore ». D i r à ancora : « ....a nessuno de' n o s t r i i t a l i c i seguaci d ' A p o l l o f u d a l l a capric– ciosa n a t u r a data una mente p i ù lucida e p i ù s g o m b r a d i n u v o l i , d i q u e l l a che diede a P i e t r o M e t a s t a s i o . D a n t e d a l l a n a t u r a ebbe u n pensar p r o – f o n d o , Petrarca u n pensar l e g g i a d r o , B o j a r d o e A r i o s t o ebbero u n p e n – sare n o n m e n v a s t o che f a n t a s t i c o , e T a s s o ebbe u n pensar d i g n i t o s o ; ma nessuno d'essi ha a v u t o u n pensare c o s ì c h i a r o e c o s ì preciso come q u e l l o d i M e t a s t a s i o , e nessuno d'essi ha toccato nel suo r i s p e t t i v o genere q u e l p u n t o d i perfezione che Metastasio ha toccato nel suo » . O r non è chi non veda la sproporzione di tutte queste p a – role; se pure sia cosa di troppo facile gusto volersi sbrigare del Metastasio come oggi usa da p i ù d'uno. I l Baretti non intese abbastanza la poesia di Dante, né avvertì la modernità severa che, i n tempo di pastorellerie, rap– presentava il rinnovato culto di D a n t e : sebbene alcuni critici abbiano avuto i l torto di stralciare la famosissima frase sulla Commedia: « non v'è uomo che la possa p i ù leggere senza una buona dose di risolutezza e pazienza, tanto è diventata oscura, noiosa e seccantissima » e conchiudere per l'avversione di A r i – starco alla poesia dantesca. È vero invece che i l Baretti cita sem– pre D a n t e tra i grandi poeti italiani, e solo si oppone, i n una pagina di briosissima fattura, a coloro che « con u n trasporto da ossessi », h a n trovato nei suoi versi « tutte le scienze, tutte l'arti, tutte le cose celesti, tutte le cose terrene, tutte le aeree, e tutte le acquatiche, senza contare le sotterranee e le centrali », e infine nega che la Commedia diletti : « I n sostanza quella D i v i n a Commedia istruisce, ma quella D i v i n a Commedia non diletta ». I l qual giudizio è cosa vaga, perché i l Baretti non si impegna in una chiara Poetica; ma tende a limitare, non a ne– gare la poesia dantesca; ed essendo poi uno sfogo polèmico, non v a caricato di effettive intenzioni stroncatorie. Egualmente vaghe le sue idee su lingua e stile, mentre nella

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