Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

2 9 0 G . Prezzolini secolo; e che del resto molti di loro lessero e presero come guide, quando vennero da noi. Se l ' I t a l i a era u n passato, l ' A m e r i c a era soltanto u n a v – venire. I l primo Americano di cui abbia trovato memorie della sua venuta i n I t a l i a è u n a r t i s t a : B e n j a m i n W e s t ( u n quac– quero della P e n n s y l v a n i a , che fece fortuna come pittore s t o r i – co di corte i n Inghilterra, e finì a L o n d r a la sua v i t a , presi– dente della R o y a l Academy) venne i n I t a l i a nel 1 7 6 0 , e v i si fermò quattro anni. Suscitò, come americano e come quac– quero, una certa meraviglia nel mondo allora provinciale di R o m a , e f u i l p r i m o a intoppare i n quel curioso pregiudizio che v a r i I t a l i a n i nutrirono, e di cui si t r o v a n tracce persino i n viaggiatori del 1 8 6 0 , che gli A m e r i c a n i fossero neri e n o n bianchi. I l cardinale A l b a n i , al quale i l W e s t f u presentato, era cieco; e chiese: — È bianco, o nero? — ed essendogli stato risposto che era bianchissimo, sorpreso g r i d ò : — Come? b i a n – co come me? — M a la insistente domanda fece ridere tutti, perché, manco a farlo apposta, i l C a r d i n a l e era scuro di car– nagione, quasi nero come u n ' o l i v a matura. C o n d o t t o a vedere le antiche statue i l b r a v o W e s t fece un po' la parte dell' « Ingenu », perché, giunto d i n a n z i a l – l ' Apollo del Belvedere, esclamò: —• D i o mio, come somiglia ad u n guerriero i n d i a n o ! — Questa esclamazione suscitò la meraviglia e le proteste dei presenti, che non potevano ammet– tere i l paragone d'un D i o della Grecia con u n miserabile sel– vaggio. — E p p u r e , — rispose i l West, — l i ho veduti spesso, proprio in queir atteggiamento, mentre seguivan c o l i ' occhio fisso la freccia che avevano fatto scoccare dall'arco. È facile osservare nel West le reazioni dello spirito p u – ritano d i n a n z i agli spettacoli d e l l ' I t a l i a . A S a n Pietro dove lo conducono i l giorno d'una gran cerimonia « c'eran riuniti tutti i l a z z a r o n i e i miserabili di R o m a ; centinaia d i giovani e di vecchi, i n quello stato di squallore di n u d i t à e di malattia che spaventa i l viaggiatore in I t a l i a , lo circondavan da ogni parte; e le loro mosse importune, i gridi di ' p e r 1' amor di D i o ' , ' p e r carità di G e s ù ' , risuonavan nelle sue orecchie e si ripercuotevano i n modo, che si sentì mancare sotto le gambe, che p i ù non lo ressero ». Come m o l t i di quel secolo egli collegò rapidamente la de– cadenza sociale colla decadenza delle arti, e ne a t t r i b u ì la colpa

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