Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

A N C O R A L E C O L O N N E E G L I A R C H I R I S P O S T A A M A R C E L L O P I A C E N T I N I . . . . Per omnia saecula saeculorum, amen. A udir te, caro Piacentini, n o n sorgerà p i ù mai un arco, non sorgerà p i ù una colonna sulla faccia del mondo. « T u t t o quanto non serve p i ù ai nostri mutati bisogni, e n o n dice p i ù nulla alla nostra anima, tutto quanto è puro ricordo storico, cadrà. A n z i è caduto, e per sempre». Così apocalitticamente tu chiudi la tua risposta alla Lettera nella quale s u l l ' u l t i m o Pègaso ti domandavo se l'architettura aveva proprio da dire addio agli archi e alle colonne che sotto mille forme « sono stati per venticinque secoli i segni di R o m a fino ai confini d e l l ' I m – pero i n A f r i c a e i n A s i a » . A d d i o s'ha da dire. O r a e per sempre addio, sante memorie. L ' a r c o e la colonna non servono p i ù ai nostri mutati bi– sogni. E s s i non dicono p i ù niente alla nostra anima. Immagino le migliaia di pellegrini che nell'anno santo entreranno dentro S a n Pietro. A veder, fuori, quella selva di colonne e, dentro, quel volo di volte e d'archi, delusi torneranno indietro : — N o n serve p i ù ai nostri mutati bisogni. — Sarà anche pel Pontefice u n grave momento. C h e farà secondo te? Ricostruirà S a n Pietro e le altre chiese d i R o m a , lisce lisce, i n obbedienza all'angolo retto? M a insomma che diavolo è accaduto i n questi tre mesi? F r a i l giorno i n cui a Brescia i l Duce inaugurava e ammirava la tua bella p i a z z a con tante colonne e tanti archi disegnati e costruiti da te, e i l giorno due feb– braio con questa tua profezia sulla Tribuna? I n che cosa i l mondo e l ' I t a l i a hanno mutato anima e bisogni? A n c h e io allora sono venuto a Brescia e ho lodato l'opera tua, prima di tutto quella tua T o r r e M u s s o l i n i con la fiera immagine del Duce, e con tanto d'arco, e con due colonne a guardia di esso. Sì, allora è apparso anche i l palazzo delle poste d i Brescia. G r a n belle i n v e n z i o n i , d'accordo, i l telegrafo e i l telefono e, se s'ha danari da spendere, onoriamole pure con monumenti per qualche anno arcimoderni, sebbene, qualora i denari sieno pochi, poste, telegrafi e telefoni possano be– nissimo venir collocati dentro edifici semplici, comodi e neutri, c h i à m a l i razionali, chiàmali f u n z i o n a l i , chiàmali soltanto logici ed economici; e

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