Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932

600 G. Alvaro - Solitudine felice. Mi ricordava che la notte çlella nostra fuga in campagna per poco non mi aveva ucciso rrel sonno. Mi venne a mente· di certi animali che uccidono il maschio dopo le nozze. Eccomi solo. In qualche luogo ella vive, ora non è più sola, e forse è felice. Se almeno sapessi come si chiama questa nuova creatura. Ho trova,ta la sua amica della prima sera; ella non sa nulla di Elfrida, e ne !Parla col distacco di chi non ha più rapporti. Si ricordava d'una sua confidenza; che aveva sognato un figlio con un uomo che le piacesse, e mandar poi via l'uomo come un malfattore. ~ Aveva ragione, - aggiunse costei, - e questo è l'ideale d'i molte donne indipendenti. Gli uomini; purtroppo, non sanno più voler bene. - Allora, come uno che frughi fra cose che gli ripugnano, le doman– dai se ella sapesse dei rapporti di Elfrid!a da quando c'incontrammo nel bosco. Ella disse di no, ma mi gua,:rd() con un'arhiJd11bitosa, come se non aivesse detta lai veritài. CORRAPO ALV MQ. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy