Pègaso - anno IV - n. 10 - ottobre 1932

SOLITUDINE. I. Passata la frontiera italiana, mi accorsi che nella stessa vettura era salita, non avevo notato a quale stazione, una donna giovane. La neve copriva tutto il paesaggio all'intorno, il treno vi passava in mezzo nero e caldo ; si vedevano per la vallata i sentieri tracciati dai carri e dai passi degli uomini sulla neve; i Crocefissi nudi erano in· capo ai sentieri. Questa giovane donna mi pregò di aiutarla a mettere sulla reticella una valigia che s'era tenuta accanto: lo feci volentieri, e in quell'atto mi sentii uomo e forte, per quanto la viaggiatrice avesse il tono d'i chi coltiva lo sport; era una fugace impressione la mia, ma stabilì i rapporti giusti fra la donna e me. Ella era preoccupata, anche, di mettere a posto un mazzo di cri– santemi: veniva da Bolzano, come ebbe a dire, e portava con sé questi fiori sperando che arrivassero fréschi fino a Berlino, per quanto la temperatura del treno fosse afosa. A Berlino pare che costino molto i fiori; ella fece il conto di quanto sarebbero costati. 1 Molto. Io la guardavo: guardavo gli aspetti di quel nuovo paese. Eravamo anc6ra in Austria. I costumi di quelli che andavano a sciare, gli strumenti sportivi, come le donne seguivano gli uomini, era tutta una civiltà tornata alla natura e ridivenuta elementare, come se la vita ricominciasse con una sètta d'iniziati dopo i dolori della guerra. I giornali erano scritti a caratteri troppo neri e pa– revano annunziare fatti tenebrosi. La sera era -smorta; c'era una luce dJaofficina e da grotta. -M.i ricordavo della grotta del primo atto dii Sigfrido. Allo stesso modo era schiacciante la natura, e questo lo notai meglio quando apparve Innsbruck con la sua architettura di vecchia città cattolica fra troppo grandi montagne che la domina– vano. Forse impressioni come queste le prova qualunque uomo fo– restiero in una terra, con nell'animo il ricordo dei suoi paesi col loro ordine e la loro logica. Per un poco pensai come potevo a mia volta apparire io ai miei compagni di viaggio. Uno di essi m'indicò un::i,strada alta sulla costa della montagna. - Ecco la via che fece Goethe venendo in Italia. - Questo voleva essere estremamente gen– tile. Ma credo che io dovessi sembrare ai miei compagni di viaggio s·ibliotecaGino Bianco

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