Pègaso - anno IV - n. 10 - ottobre 1932

-406 F. Orispolti - Rièordi su due Re del generale Rossi; l'aver pian piano dovuto a<:-coglierela compa– gnia di persone spesso volterriane; l'essersi detto che fosse stato iscritto alla massoneria, quantunque si sapesse che in camera oari– tatis diceva dei massoni tutto il male possibile, lo avevano fatto Titenere in religione uno scet,tico. . Elppure riseppi fatti che contrastavano apertamente a ciò. Quando Amedeo era spirante, il sacerdote che lo aveva assistito e ,che si era ritirato in una stanza quasi buia,, sente prendersi tutte due le mani e stringerle a lungo affettuosamente, da un uomo pian– gente che lo ringrazia oon tutta l'effusione dell'animo pel bene fatto ,al Principe; e avend.'o il sacerdote chiesto con chi aveva la fortuna .di parlare, udì risponde:risi : - Io sono suo fratello, sono il Re. L'anno dopo quando il Principe Napoleone stava iper terminare. a Roma l'agitata sua vita, fu il Re che lo persuase a ricevere i sacramenti dicendogli: - Ho visto io come fu èontento e tran– quillo Amedeo dopo che li ebbe ricevuti. - Ricordo che in· quei giorni all'Albergo di Russia, il Cardinale Mermillod e i sacerdoti <:-hes'adopravano per l'anima d!u César deolassé 1 non rifinivano dagli elogi a 1Maria Clotilde ed al Re Umberto. Uniti in un solo pensiero, quante volte quella sorella e quel fra– tello non lo furono! E il sentirsi egli rivivere nella compagnia della •« Santa ,di Moncalieri )); l'ruverne fatto spesso la sua confidente, ;poté essere senza qualche significato profond'o? FILIPPO CRISPOLTI. BibliotecaGi'lo Bianco

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