Pègaso - anno IV - n. 9 - settembre 1932

Nel cinquantenario d'Antonio Fontanesi 325 razioni sentimentali, d'una necessità di trasferirsi psicologicamente, d'attimo in attimo, di sensazione in sensazione, negli elementi na– turali del motivo. Ohe cosa riferiva di lui Cristiano Banti, il mac– chiaiuolo toscano che gli fu amico e delicato mecenate, che l'ebbe sinceramente e disinteressatamente caro e ne comprese il carattere geloso e suscettibile forse perché era stato dei primi estimatori della sua arte-? « In quelle sue interessantissime conversazioni diceva che sul vero ogni artista rimaneva colpito da qualche nota particolar– mente affine al proprio temperamento, o fieb-ile, o cupa, o forte, la ·quale, tradotta e sviluppata nell'opera, contribuiva a dare l'indivi– dualità dell'artista)). Romanticismo, certo; ma anche squisita atti– tudine al palpito lirico, armonia ed equilibrio perfetto fra interno ed esterno, sintesi del reale e dello spirituale. Allora il motivo, pazientemente cercato sul vero oppure d'im– provviso rivelato dal caso, innanzi tutto s'inquadrava negli schemi dì codesto paesaggio interiore. Era un ritrovamento, un riconoscersi dell'uomo nella natura, un'esplosione patetica, gioiosa e dolorosa. Di qui l'assoluta sincerità della pittura fontanesiana, il suo rigore -quanto al significato della visione e più anc6ra ai suoi limiti, il suo bisogno estremo di far concordare i dati della realtà con uno stato d'animo di volta in volta appropriato a quei dati; ed anche soltanto l'ipotesi di un dubbio su tal punto sarebbe parsa al Fontanesi un insulto. Nulla perciò mai di certo, di pigro nella scelta di un sog– getto ; recisamente bandita quell'indifferenza comune a tanti pittori ,veristi, macchiaiuoli compresi, pei quali (polemicamente) tutto era bello in natura dal punto di vista dell'arte, secondo la formula ce– cioniana, « per ·1a ragione çhe tutto risulta per gli stessi elementi; cioè luce, colorito, chiaroscuro e disegno. La differenza della scelta non costituisce la maggiore o minore bellezza di un'opera>>: for– mula eccellente per la macchia, che « non fu altro che un modo troppo reciso del chiaroscuro)) e cioè essenzialmente un modo di tecnica; ma inammissibile per Fontanesi: almeno per il Fontanesi dei quadri, se non per il Fontanesi di tutti gli studi. E non inganni la sua affermazione : « Tutto, credo io, è pittoresco)), subito po– stillata da un: « .... secondo che siamo disposti a capirne e a co– glierne il lato poetico)) ; non ingannino le sue esortazioni agli allievi («Fate un paracarro, fate.una chiavica, fate un cavolo!))) a non indugiarsi troppo nella ricerca del motivo bello, ma a saper trovare dovunque il tèma d'esercizio. « Il motivo bello, - tosto soggiun– geva, - è più anc6ra entro di voi che fuori di voi>>. Dentro a.i voi : ritorno costante all'individuo, alla sensibilità, all'interpretazione, cioè alla trasfigurazione. Ricompare lo spunto prettamente musicale (ché la pittura fontanesiana è quant'altre mai tematica) della nota o fiebile, o mipa, o forte. E la nota forte può essere allora l'albero d'ell' Aprile; la nota cupa, la profondità tonale BibliotecaGino Bianco

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