Pègaso - anno IV - n. 9 - settembre 1932

OLIMPI.A AL MARE. In un pigiama nero-giallo, la bella Olimpia compare sulla breve duna di S31bbiacome un'apparizione. È alta, la veste le fa più fal– cati i fianchi, il passo più avvolgente, e il seno è un fiore chiuso. Pensosa, procede adagio, e non si cura degli sguardi che la seguono. È sola, la curiosità le ronza attorno con acre insistenza : gli uomini la desiderano e l'ammirano, le d'onne la temono e parlano di lei sottovoce. Ella non guarda nessuno, talvolta ,solo le fanciulle che giocano alla palla, seguendo le loro mosse armoniose e veloci. Sta seduta sotto l'ombrellone lunghe ore, ogni tanto fuma, apre un libro, si guarda allo specchietto. Il sole non le ha arrossato il viso, ha dato alla sua giovane pelle soltanto una morbida patina bruna. Le braccia lunghe e lisce si muovono con gesti di dolce stanche·zza at– torno al suo corpo, s'adagiano molli sui fianchi, talora s'abbando– nano in una 8possatezza soave. Ogni suo movimento è calmo, il suo sguardo distante, e quando si posa sembra sfiorare le cose. È diasette giorni al mare, nessuno sa nulla di lei, e sebbene l'ab– biano definita con una parola offensiva, ognuno arde di sapere sul suo conto qualcosa di certo. Ma non conoscono nemmeno la sua voce, e la sua silenziosa presenza di statua intriga gli occhi e i di– scorsi. La vorrebbero avvicinare, ma il suo sguardo distratto al– lontana tutti, fa vuoto lo spazio che la circonda. L'altra mattina, prima che lei giungesse alla spiaggia, una signora ha mandato il suo bambino a giocare sotto l'ombrellone di lei. Quando è uscita dal ca-panno e s'è diretta lentamente verso la sua sedia a sdraio, Olimpia ha guardato il bambino e con le dita gli ha sfiorato il capo ricciuto. Il bambino ha sospeso il suo gioco, ,s'è alzato con impaccio ed è scappato via. Ella ha sorriso, e quel sorriso è stato colto da t•renta sguardi. intenti, ed è stato giudicato antipatico e superbo. È stata vista a passeggio, a caffè, a teatro, sempre sola. Più d'un giovanotto, stimolato d'alla pettegola curiosità delle amiche, s'è prestato a seguirla col patto di riferire sulle abitudini della miste– riosa ,signora. Qualcuno, più spavaldo degli altri, s'è proposto di farle la corte, il più bello d'innamorarla. Le hanno rivolto la parola, hanno usato le frasi più lusinghiere del loro repertorio galante, le BibliotecaGino Bianco

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