Pègaso - anno IV - n. 9 - settembre 1932

La balia 359 sul petto gonfio ; il suo petto, il suo latte; ah, il suo latte, e le lab– brine che non lo suggevano più. D'improvviso si era fatto buio. Il nuvolo aveva vinto la corsa col sole e ora lo copriva e rapidamente come spinto da un vento che loro non sentivano in terra, andava a conquistar tutto il cielo. Un'attonita immobilità intirizziva gli alberi, rappresi in un'attesa nervosa sino nelle ultime foglie. Come se se lo fossero detti, scavalcarono la siepe, entrarono nei campi, lui senza lasciar la sua presa di lei. Sapevano dove andavano. Lungo· il fosso, nel fondo dei canneti, quando si ritrovavano, a vespro, anche prima di essersi fidanzati, da ragazzi, tutta la via costellata di sprazzi, di piccole vampe che ardevano anc6ra, sino a quel çovo che non sapevan che loro in quella grotta di tufo, come animali, a rifugiarsi da tuttL. .. Ecco, si lasciava andare, a sedere, sdraiata, e era come a riaf– fondare in un mondo caldo e chiuso, il suo mondo, come una be– stia· nella sua lettiera. E va bene, sarebbero poveri sempre, Dio sia lodato; vivrebbero sempre, cosi, da pqveri, da zingari. ... ma cosa c'era nel mondo che la potesse ripagare del bene di quelle mani che la percorrevano tutta'! Un tozzo di pane c'è sempre, per tutti. La terra nella quale si sentiva affondare, pareva contenta che fosse tornata, vinta, al suo vero essere, di creatura di Dio e della terrà, senza domani, senz'altro che ora, questa delizia di sen– tirsi calare soffice, morbida, con quel cielo pesante di nuvolo fra le ciglia socchiuse e quei riccioli incolti che le vellicavano il viso; e poi chiuderli, gli occhi, come per non viver più, e non veder mai più nulla e non sentir mai più. nulla, altro che quel sorgere e ab– bassarsi della terra con lei, come un gran petto nel respiro, e quel rosso di fuoco nelle palpebre, come sangue, come il sole che avesse vinto il nuvolone, un sole di paradiso che le calava nel sangue .... DEJLFIN0 OINELLI. BibliotecaGino Bianco

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