Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932

Il Gonfalonieri in America e la fortuna delle « Mie prigioni» 215 spietatamente punita, il tentativo di infirmare il racconto del Pellico servendosi della penna di libellisti prezzolati. e di far mettere all'In~ dice l'importuno libretto : ciò eh~ però non ottenne. « Vedi piccolezza di un grande Impero!», commentò il Pellico. E veramente era picco– lezza il credere che con quei mezzi si potesse cancellare l'infamia di cui il grande .Impero s'era ma.oohiato. · ' Altri rimedi, se mID: mutare uomini e sistemi di governo, far ri– credere Yopinione pubblica del vecchio e del nuovo mondo. Ma nessuno pensava che fosse possibile. Meno di tutti lo pensavano quegli uomini da essa martoriati. Si meditino le ultime linee del poscritto di questa lettera: « Dopo, puoi dire a tutti quelli cui eran dirette le predette mie lettere, che non una sola parola eravi di minimamente compromettente per nessuno ii. L'Austria costretta a seguire sino in fondo il tragico destino di essere temuta e odiata dai suoi popoli 1 ). ANTONIO PANELLA. « Co:çiiugi Arconati, Amici egregi ed impareggiabili ! « Esser già ridonato da alcuni mesi a libertà, e miei caratteri non essere anc6ra comparsi innanzi a voi a, r!'l(larvi que' sentimenti che da tant'anni tutto empiono e quasi opprimono il povero mio cuore; oh, mostruosità, oh, delitto incredibile, ,se io ne fossi colpevole! Ma il primo sfogo di un animo sì lungamente compresso e represso, che a,p– pena credetti di poter esercitare qualche diritto di uom libero, subito slanciossi verso di amici sì impareggiabili -sì unici, e che fuvvi da me inviato da Gibilterra; quello, ahimè, invece di prendere la via di Pa– rigi quella infelicemente prese di Vienna! Gli altri dettagli su l'iniqua sorte di quelle infelici primizie di mia risurrezione vi saranno dati dall'amico Andryane. « Io, ora, appena tornato da una lunga corsa che feci attraverso gli Stati Uniti, nell'apprendere la dolorosa certezza di questa turpe tra– digione, altro bisogno non sento che di_ immediatamente, prima che parta l'imminente Pa.oohetto, sfogare un momento un cuor lacerato di aver potuto comparire a vostri occhi sì inconcepibilmente trascurato e tardo nel portare innanzi voi i sentimenti di tutta quell'immensa, ami– cizia, gratitudine e divozione per Voi che da tant'anni tutto lo innonda, e da tutte parti. gli trabocca. Egli è con verità ch'io posso dire, che fra i colpi onde l'avversa sorte pare non mai stanca di perseguitarmi, il presente che poté si a lungo impedirmi di giungere a quelli cui il mio cuore sì ardentemente aspirava, .mi riesce amaro e straziante oltre ogni credenza. E se non fosse un conforto che anc6ra insorge nel mio 1) L'originale della lettera si conserva nell'archivio del marchese Aldobran– dino Malvezzi, che ce ne ha cortesemente fornito il testo. Non reca data, :ma è sicuramente del 10 giugno 1837. Lo provano la surricordata lettera del Confalo– nieri all'Andryane e una lettera della Costanza - Arconati al fratello marchese Antonio Trotti, da Heidelberg, 1° agosto 1837, dove si legge: « Peppino (cioè il marchese Arconati) a reçu une lettre de Confalonieri du 10 juin », e segue in succinto il contenuto di questa che pubblichiamo. Cfr. A, MALVEZZI, n Risorgi– mento italiano in 1m carteggio di Patriotti lombardi, Hoepli, Milano, 1924, p. 125. BibliotecaGino Bianco

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