Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932

ll Leopardi e il Ranieri, Fanny e Lenina 195 pieghi, si ~ra~tava d'_indu:~>re Giacomo ad accompagnarlo a Napoli. Alle seduz10m del mite chma partenopeo, delle bellezze naturali di que' luoghi, della festività dli quegli abitanti, entusiasticamente esaltate dal Ranieri, faceva vittorioso contrasto la seduzione della bellissima donna che Giacomo, pur disperando, non sapeva strap– parsi dal cuore. Antonio pensò allora di ricorrere a un doloroso, ma sicuro espediente. E, assai probabilmente di concerto con la d'onna che a lui non era avara delle sue grazie, provocò un'aperta dichia– razione, o scena risolutiva, che dové ·esser sul genere di quella che in Bologna aveva posto fine alla relazione di Giacomo con la Mal– vezzi. Si può ammettere che non senza qualche esitazione o ripu– gnanza Antonio e la Fanny si pieg:1ssero a ciò, riella certezza della crudele devastazione e dello strazio ineffabile che col ·loro atto avrebbero causato in quell'anima grande. Ma il fine d'a raggiungere dové giustificare il mezzo agli occhi loro. E la rottura si produsse, inevitabile; e con uno schianto dell'infelice di gran lunga più fiero che i due complici non potessero immaginare, come quello che aveva inferto un colpò mortale all'amor proprio onde Giacomo, nella sua nativa :fierezza, fu sempre gelosissimo. La fredda e cupa e assoluta disperazione di lui fu consacrata nei ver.si A se stesso. Dopo questo epilogo, non rimaneva ai due sodlali che affrettar la partenza, ormai decisa d'accordo. E la mattina del primo settem– bre, essi si mettevano di nuovo in una carrozza, noleggiata dal :fiorentino Luigi Minchioni 1 ) ; ed evitando la via mal sicura di Siena, e prendendo quella più lunga ma più comod'a di Perugia, in sette tappe pel riposo notturno, dopo essersi fermati un intero pomeriggio 3id ammirar la cascata di Terni, furono a Roma. Qui s'indugiarono tutto il settembre ; e alla fine di quel mese riprende– vano il cammino verso Napoli. Essi andavano perplessi incontro a un oscuro avvenire, che s'annunziava foriero di privazioni e di lotte -affannose; ma convalescenti, se non guariti, delle loro ancor fresche malattie dli cuore. FRANCESCO MORONCINI. 1) A mal grado del suo cognome, egli seppe esigere di nolo la rispettabile somma di quaranta colonnati, oltre la « buona mano » al cocchiere. BiblioteçaGino Bianc.o

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