Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932

ll Leopardi e il Ranieri, Fanny e Lenina 183 e le spese aumentarono, e con esse le angustie e le preoccupazioni. Giacomo doveva, al momento della partenza per Roma, avere ancora un discreto residuo degli ottanta zecchini pagatigli dal Piatti pe1· la recente edizione dei Canti; e con esso, e coi sussidi del padre, poté far fronte a buona parte delle spese, esorbitanti per la sua. · smunta borsa. Anche Antonio s'era portato da Firenze una lettera di credlito di Abr_amo Castelnuovo fino a 150 ducati, e s'era aiutato con altri prestiti e con qualche piccolo aiuto dei parenti ed amici. Ma le strettezze si fecero ben presto sentire, specie a causa delle malattie. · · 1 Mentre Antonio smaniava nel letto, Giacomo lo vegliava, assi– steva e confortava. Veniva anc.he ad assisterlo talvolta, sfuggendo ai sospetti e alle inchieste d el vigil e marito, ia Lenina, oggetto d'in– vidia non solo alla Fanny, ma anche ad altre dame che in quel tempo si disputavano i favori d'ell'esule intraprendente; tra cui la contessa Marazzi e la contessa Marchetti. La ,prima, divisa dal ma– rito per incompatibilità, come suol dirsi, di carattere, aveva, men– tre dimorava in Roma nel '30, assunto la parte di conciliatrice degli amori di Antonio e della Lenina, in compenso· d"ell'amore di Antonio per lei, e dei favori che da lui si riprometteva per ricon– durre a sé un colonnello francese che l'aveva abbandonata. Vin– cendo la propria riluttanza, e superando ,difficoltà e ostacoli da parte del .Pelzet, ella era riuscita, nel novembre '30, a, combinare un piano per cui la Lenina e Antonio• potessero trovarsi insieme a Firenze, e << fare tutti gli opportuni concerti>). È vero bensì che, ad onta d'egli amichevoli uffici da lei prestati al Ranieri con tanta abnegazione d'el suo amore per lui, mentr'ella era lontana in Lom– bardia, l'istinto femminile prendeva il. sopravvento ; e allora non mancarono le insinuazioni e i lamenti contro la rivale, che in verità doveva mostrarsi-spesso nella sua volgarità troppo al di sotto della blasonata gentildonna e punto grata ai servigi di lei. Questa sapeva bene qual tesoro di amicizia avesse Antonio in Giacomo; e, pur rispettando la forte-passione del napolitano per l'attrice, spe– rava che il recanatese riuscisse a guidarlo e trattenerlo: « Leopardi lo giudico uomo a darti saggio consiglio; confidati a lui>>. Ma poi non sa esimersi dall'esortarlo apertamente a svellere dal cuore _ quella passione indegna. E poiché l'amico andava al tragico, e fa– ceva, al solito, intravvedere l'intenzione di sopprimersi, ecco l'amore della donna irresistibilmente affermare tutto il suo imperio: Tu non sei più arbitro· del viver tuo, tu mi hai consacrato in parte la tua esistenza, tu mi hai giurato eterna amicizia. Che mi rimane se t'uc– cidi ? Come ? Leopardi maltrattato ·tanto dalla natura, e dalla sorte; Poerio per>seguitato,ed altri tuoi amici e concittadini sa,ranno di_ te più virtuosi saranno più forti cli te? di te cui fortuna non è poi tanto matrign~ come te la vai pingenclo. Tu se' bellino, se' graziosetto, se' àh- BjbliotecaGino Bianco

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