Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932

Taccuino di Provenza 159 mentre un tanfo dli vecchi lubrificanti spazia nauseoso su tutto il paese. - Dio ci scampi e liberi! Su, su. a Oarpentras, amico mio ! Ma eravamo 'appena fuor della valle che Sandro mi disse : - Veramente, dopo Valchiusa ci sarebbe d-'andare anche sul Ventou± .... - Lo so, - risposi continuando a correre, - lo so, o uomo dotto e scrupoloso. :-- Desideravo andare ad Uzés, la patria di Racine, lo sai, - egli proseguì, - ma tu non hai voluto perché ci tirava troppo -fuor di strada. Fa-cciamo almeno il Ventoux. Tu sai che il Petrarca ci è salito « mosso dal desiderio di vedere una notabile altezza» e che ha descritto quella sua ascesa in una lettera al cardinal Giovanni Colonna, suo grande amico e signore. - Già, e per la quale ce lo vorrebber far passare per il primo alpinista d'ell'epoca moderna. So anche questo. Ma io ti dico, amico mio, che, quanto a me, ne ho già abbastanza di aver camminato sull'orme di Renzo Tramaglino, per mettermi dietro anche all'inna– morato di Laura .... In fondo quell'ascesa del Petrarca, se ben ri– cordo, si risolse in parecchi· smarrimenti e concluse in una specie di voragine spirituale .... Del resto il Ventoux lo abbiamo ammi– rato a sufficienza dai remparts di Avignone. È un bel monte, di ampie falde, boscoso e salvatico. E per ora mi par che basti..:. All'indomani eravamo nel Delfinato, e pioveva a dirotto. CARLO LINATI. BibliotecaGino Bianco

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