Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932

234 P. Pancrazi - Presentazione di fra Giordano da Giano Giordano in una lingua arcafoa o trecentesca. Esercizi del genere non sono mai mancati, e questa volta il richia,mo dei Fioretti era forte .... In un'occasione simile, e cioè traducendo il clugentesco Saarwrn Com– meroiu1n beati Fr(J//'l,c 1 isci cuin Domina Paupertate, un uomo di molto gu– sto, il Padre Pistelli, avvertiva di aver « respinto la tentazione di dare a,lla sua prosa un colorito trecentesco». E aggiungeva: « Il falso antico, come in tutte le arti, così penso sia specialmente da fuggire nello stile; tanto più perché nessuno scrittore, per abile che sia, riesce a dissimulare cèJ>titravestimenti>>. Quanto ai Fioretti, la vicinanza della Cronaca ad essi risulta da qual– cosa di più intimo e di più vero che non sian le parole.; Divers:i:ssimi i due autori: pratico, arguto e a volte furbesco fra Giordano, e l'autor dei Fioret ti alacre di mistico a11dorecome fiamma viva. Li il miracolo è cosa qua.si naturale; e qui, in fra Gio11dano (ricordtlitevi il capitolo delle: Re– liquie) la natura, l'uomo, il buon senso, non per.dono mai il loro peso. Eppure tra i due libretti, oltre il comune argomento francesicano e fra– tesco, un'affinità c'è: proprio un'affinità di s.tile, in quanto è l'arte di ritagliare le cose; per cui questi scriptores ordAJnismin.orum sembrano un po' i poeti, i trovadori di una stessa corte. Come nella pittura, come nell'arc hitettura, così anche nelle lettere esiste uno stile francescano. E può rientrar.ci cosi l'autore dei Fioretti (chiunque· esso s,ia stato} come questo della Cronaca. , La letteratura italiana s'è dunque arricchita di un nuovo testo·? Non gonfiamo le gote, anche perché il Pompili mi pare uomo di natura di– screta. Ma certo il suo fra Giordano trova un posticino nella lunga schiera cli quei nostri frati simpatici, che potrebbero anelare da fra Gi– nepro e da frate Egidio, fino, ieri, a frate Lino da Parma. PIETRO p ANCRAZI. BibliotecaGino Bianco

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