Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932

• LIBRI. ALEJARDO ALEARDI, Le pitù belle pagine, scelte dà GrusmPPEJ OrTANNA. _ 'l're– ves, Milano, 1932. L. 14. Nel cercar di determinare i motivi della poesia dell' Aleardi, ridu– eendoli a tre: patriottismo, amore e religione, giustaillente avverte Giu– seppe Oitanna che, rispetto alla sostanza di una tale poesia, quei tre termini e:nunciano « una quasi vuota generalità». Ciò non perehé, come voleva, l'lmbriani, l' Aleardi non senti:sse nessuna di queste cose, ma piuttosfo perché né il patriottismo, né la religione, né l'amore assursero in lui a tal punto di concretezza a,rtistica da, creare un mondo poetico ben de.finito. Della sincerità degli atteggiamenti a,leardiani non è iecito dubitare perché ne fanno fede fante pagine dell'epistolario, in cui, con molta ingenuità non priva di grazia,, l' Aleardi si eonfessava agli amici. La sua tristezza per le sorti della, Patria gli dava accenti sconsolati, come quando scriveva da Ve:nezia, il 9 maggio 184.8, a Luigia Balzan, queste profetiche parole: « .... Ma il mio animo è tristo, perehé la ifia,c– chezza, l'orgoglio, l'ignoranza veggo di dentro: e nel lontano orizwnte al di fori veggo addensarsi nuvoloni di temporale; ... e parmi veder nel– l'avvenire tutta Europa diventar arena insanguinata da gladiatori d'ogni sorta». E i soavi affetti familiari vincevano in lui la sua passione poli– tica: incaricato « d'una, importante missione», che lo porterà a Parigi, egli scrive alla sorella Beatrice, il 15 maggio 1848: « Il viaggio della, Francia, che ad altri tempi mi sarebbe stato una delizia, ora nel l3isciar tutte queste creature care, e te, specialmente anima mia bella, e i tuoi figliuolini e Checco in tanta trepidazione, in tante incertezze, m'è quasi incompo•rtabile ». E il suo dolore ·per la caduta di Venezia (lettera a G. P. Vieusseux, del 28 agosto 1849) gli fa« patir delle ore, che ho patito solo qua,ndo è morta mia madre che adoravo». A voler citare, non si fini– rebbe più. Né è a dire che queste effusioni non trovassero, poi, rispon– denza nella realtà della ·sua, vita, poiché le testimonianze raccolte da quelli che l' Aleardi conobbero ed amarono, ci dànno piena conferma di questo suo carattere, esuberante ed indubbiamente appassionatissimo, ma sempre nobile e schietto. La genesi delle Lettere a Maria, il suo amore del « bello plastico», - come scrive il De Sanctis, - la sua rea– zione al verismo, che gli pareva svuotasse d'ogni idealità -Ia vita, e tanti altri episodi, sono intimament.€ partecipi di quella sua vasta complessità spirituale, che fa dell' Aleardi una delle .figure più luminose del Risor– gimento. BibliotecaGino Bianco

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