Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932

228 P. Rébora - Gli atomi e le stelle uomini e che se Shelley fosse vivo oggidì, egli sarebbe molto probabil– mente uno ,scienziato. È for&) possibile; ma a noi sembra più vicino alla verità lo psicologo Macdougall quando, in un suo libro r~ente, ci descrive con (orza persuasiva, lo squilibrio tra l'efficienza, tecnica, i1 progresso. scientifico moderno, e la puerile e rudimentale condizione delle nostre conoscenze psicologiche, morali, sociali ed economiche. La sua un poco apocalittica, ma suggestiva invocazione affinché venga de– dicata ogni energia intellettuale moderna alla scienza dell'uomo, allo studio della, natura umana, dei suoi bisogni, delle sue malattie, della sua educazione, non può las-ciare indifferente nessuno; e specialmente nei paesi anglosassoni e nordici, dove il dualismo tra scienza !ld uma– nismo, tra saggezza e tecnicismo, tra arte e mec,canica ha raggiunto lo stadio di squilibrio patologico; e .sta creando una vera e propria forma di rimbambimento scientifico, evidente in certe sconclusionate manie sta– tistiche o Jl!.OOCaniche dell'indagine americana, oppure in talune vane ricerche erudite condotte seriamente da accademici personaggi; come quella, poniamo, dell'emerito Prof. Chapman dell'università di Sydney, che si ,è dedicato a misurare la circonferenza della vita, di trentamila donne australiane, per farne ,dei paragoni fisiologici ed etnologici con la Venere di Milo. In Italia, forse, tali sbilanci e tali fuorviamenti si sentono meno. Nel nostro paese la pianta uomo ha radici tentaeolari, ed è sempre cresciuta con così marcate vestigia di interezza, da rendere quasi impossibili certe diminuzioni e certi disorientamenti. L'aria delle nostre. città -è pur oggi così pregna di esperienza storica e di vita vissuta umanamente, che non puè esser resa del tutto irrespirabile dai gas di combustione e dai pro– dotti chimici. L'arte e la bellezza, la, poe.sia ed il canto, anche se spesso noi siamo stati, socialmente, cattivi ed ingiusti coi nostri creatori più nobili, sono ane6ra per noi conoscenza e verità supreme; purché vivano di vita piena ed organicamente intonate all'esistenza universale ed alla realtà. Questi alti beni dello spirito sono sentiti come tali soltanto per brevi periodi nella storia degli uomini, Normalmente -si corre tra grida cao– tiche, come coloro ch'hanno perduto il ben -dell'intelletto. Insomma, dopo aver ascoltato le parole di Sir James Jeans e di Lord Rutherford io mi sono tolto rispettosamente il cappello davanti alla dottrina ed alla sicurezza di questi uomini eminenti ed ho anche avver– tito l'importanza e la suggestiva attrazione -delle nuove illusioni da loro propalate; ma ho anche sentito che queste verità-illusioni non basta– vano allo -spirito se nQn erano illuminate da una umana interpretazione, da un punto di vista morale. Con un'onda di sincerità, che non era posa né «letteratura», sentii che la più importante astronomia per me restava sempre quella insegnatami dal divino frammento di Saffo dai canti della Commedia e dal pastore errante nell'Asia. E forse gli ~ien– ziati, che_gli uomini di umani studi vorrebbero aiutare e quasi integrare, saranno rn. fondo d'accordo co oi. PIERO RÉBORA, BibliotecaGino Bianco

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