Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932

IL POVERO PEDONE. Questa in Italia è l'epoca dei piani regolatori. Fin ora non c'era mai stato modo di concretarli e si continuavano a sventrare le città e a costruire quartieri senza programma prestabilito e inalterabile. ·To– talmente o parzialmente oggi le più grandi coÌne le più piccole città hanno adottato o stanno preparando un piano definitivo al quale a.ttf:lnersi per gli ampiamenti o per i miglioramenti avvenire. Il principio, a parte le questioni igieniche, è sempre quello di ren– dere più facili e più rapide ai mezzì di trasporto le comunicazioni attra– verso i centri più frequentati, tra i punti estremi delle città. •Strade « larghe come fiumane» per il passaggio dei tranvai, per lo sfogo degli autoveicoli, sfondano interi quartieri, formando rettifili o anelli decen– tratori non ,sempre con gran rispetto per il carattere storico o tra– dizionalmente signorile dei luoghi. Si spostano le stazioni ferroviarie, si studia l'impianto di ferrovie metropolitane in vista di iperbolici aumenti di popolazione urbana. Tutto è fatto per chi ha fretta, per chi si rende da casa al lavoro e dal lavoro a casa, per chi vuol fare cento cose in un giorno. Tutto è fatto in ossequio al dinamismo meccanico moderno. Ma per la modesta gente _apiedi obbligata a risparmiarsi i mezzi di trasporto, che gira per le proprie• piccole faccende e per le proprie spese spicciole, oppure che finita la propria giornata vuol prendersi un po' di svago colla famiglia o cogli amici gironzolando per i centri animati e fermandosi a contemplare le mostre dei negozi e dei ci~ematografi, non v',è speranza di miglioramenti. Questo del ciondolare per la città nelle ore di riposo come nei giorni di festa, invece di i:i,ndare in campagna come ,s'usa in altri paesi, è una caratteristica dei cittadini italiani e dipende da molte e variate circo– stanze, che è inutile di analizzare e discutere qui. Per qualunque vil– laggio si passi in quei giorni, si troverà a quelle ore gente a capannelU o in fila a braccetto, che ingombra proprio i punti più stretti sfidando in masse compatte gli autoveicoli che strombettano a perdi.fiato per traversare; e i caffè più frequentati invadono coi tavolini inesorabil– mente la strada. A due passi c'·è il sole, il verde, i ruscelli, le colline alberate, che importa! Il nostro popolo preferisce girovagare tra la polvere e il puzzo di rinchiuso pur di incontrarsi, chiacchierare _tutti in– sieme, sbirciarsi i vestitini nuovi e soprattutto veder passare la gente. Tale e quale avviene nelle città più grandi, ed ivi pure più per diletto che non per necessità; ciò che del resto non fa male· a nessuno e anzi dà animazione e festevolezza ai centri cittadini. BibliotecaGino Bianco

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