Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

396 romanzesca libertà che lo sgranchisse del doppio servizio presso la corte di Weimar e presso la ·signora di Stein. Nel bel roman1.0 della sua vita il nome Italia era stato sempre quello di una fata,. Romanzesco e romantico erano parole vicine tuttavia alla radice: vicine al nome di Roma e delle genti romane. Colorivano ogi1i an– titesi avventurosa con la grigia realtà quotidiana vissuta nel Set– tentrione. Nessuno straniero entrando in Italia, vi portò tanto amore quanto Goethe, tanto desiderio d'ammaestramento e tanta aspettazione della fantasia. Ne fu appagato; non avrebbe voluto ripartirsene più; ebbe momenti di rapimento non mai prima go– duti; ci sognò per tutta la vita; ripagò di gratitudine quell'Italia settecentesca che, nella sua piacevole avvolgente realtà, gli aveva permesso· di avvicendare le meditazioni dell'antico, le ricreazioni nella curiosità dell' effimero, il riconoscimento di se stesso. « Sì, io posso· dire, -egli confiderà a Eckermann quarant'anni dopo, - che soltanto a Roma ho sentito ciò che sia veramente un uomo. A questa altezza, a questa felicità della sensazione non sono poi giunto mai più; veramente, paragonandomi· con lo stato mio in Roma, io mai più dopo d'allora sono stato lieto>>. Parole goethia.ne : dentro c'è la novità dell'uomo: hanno al- . cunché d i psicologica mente scultorio. Nell'intimo lo ha il viaggio in Italia rinnovellato, o, come egli dice, consolidato. Per alcuni anni le sue azioni sono più libere e più risolute, il suo produrre più animoso, il suo senso della vita più largo. Ra· installato nella sua casa un'amante giovane e che gli piaceva; ha d'etto il fatto suo, da pulito uomo stufo, alla signora di Stein divenuta tormentatrice; ha avvicinato a sé l'emulo, Schiller, che se ne stava a Jena nell'at- . teggiamento d'un Bruto, innamorato di Cesare e inconciliabile con lui; ha avuto· quello sprone, quell'incitamento, quel generoso animo, a conforta.to :re. Aveva dunque un uomo come Goethe bi– sogno di sostegno e d i conforto? Forse più che non si creda: l'uomo universale era fisicamente robusto, si aggirava tra le gelosie lette– rarie e mondane (che erano molte) con capo erto e con serenità impenetrabile; appa,riva maestro nella virtù di superarsi; ma sotto la corazza stava la sua sensibilità. Non gli riesciva sempre di armare contro di essa la sua forza: l'azione .. Non contro tutti i disinganni dell'amicizia, non contro tutte le morti di persone care, l'azione, non contro tutti i ristagni del cuore grosso. Valida era pur tanto edl efficace, l'azione. Infer– vorarsi di ogni lavoro, di ogni scienza, di ogni possibilità d'arte; mettere tutto. se stesso in un impegno : fosse, nei giovani anni, organizzare una festa, studiare una zona mineraria, ideare un balletto, scrivere un prologo di circostanza; fosse, nei vecchi, tener d'occhio la scienza che camminava, o il second'o Faust che ten– tava a sempre nuove allegorie la mente; e avere ognora, dall'iii- Biblio eca Gino Bianco

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