Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

470 D. Cinelli scordato. E invece, dell'offesa che lei gli aveva fatto, avrebbe sof– ferto sempre, Vincenzo. Quella non si poteva scordare. Era bene che la mandassero via. Lassù fra i monti a casa sua. Sarebbe venuto l' inverno, ' . quando son tutti chiusi in casa soli. Ormai non poteva più ' . stare altro che sola. Aveva fatto troppo male a tutti quelli che le volevano bene; non la potevan più -perdonare. La mam– ma sì, se ci foss.e stata; la mamma avrebbe perdonato. Quei passi stanchi nella casa sola, nel buio, sulla scala, che si ferm~n davanti alla sua porta, il suo nome, la mamma· che la chiama, que– gli occhi nel silenziò della casa, quegli occhi spalancati che cercano, nel buio, senza lagrime; e il passo che si strascica via, sempre più stanco. Era morta di quello, la mamma; per colpa sua. Mo– rire, morire come lei, che sollievo ! (Vivere come prima, io e te, mamma, quando non c'era stato nulla, noi due, sole .... ). Poi lei ave– va commesso la colpa, contro la casa, contro i vecchi e contro i :figli; la sua bambina avrebbe portato il marchio della sua colpa; e la mamma ne J)ra morta. E anche la montagna si chiudeva, ostile.: la sua casa( la sua gente, non l'avrebbero presa, così come si eran chiuse per lui, per quell'altro che aveva peccato contro di loro .. Il viso del Sanmicbeli, una volta evocato, rimaneva fra let e la sua condanna. Al contatto_ del suo sguardo freddo, delle fat– tezze rigide, sottili, -lVfarianon si sentiva diventar dura, cattiva; · in quegli occhi che sapevano tutto il male, si faceva una grande dol- · cezza. Era la pietà, una pietà quale gli altri non potevano conce– pire; era il perdono di chi sa tutta la colpa. Ma non si può ascoltare quella voce; bisogna espiare, espiare. Nei vetri a-lti del finestrino si faceva chiàro: la luce del giorno. Forse, con l'alba .... Poter veder fuori: la luce del giorno. Un'im– pazienza la prese, come se da quella luce potesse venire la salvezza. Mise la seggiola sotto alla :finestra, al muro. Ma non arrivava a.ve – der fuori, le cose. Lo struggimento angoscioso di vedere la sto rdiva. Si attaccò con le mani allo spigolo del vano della finestra e si tirò su; riuscì a prendere il telaioJ con le unghie, a aggrapparvisi.tutta, sospesa coi piedi per aria e il corpo teso nello sforzo delle braccia. Entrava la notte afosa, un'aria umida, pesante da tagliare il respiro. Tirandosi su sulle sbarre riuscì a guardar fuori. Ma non si vedeva altro che una grossa tozza forma di fabbricato, un capannone av– volto d'i buio parava la vista. Pure rimaneva lì attaccata alle . ' sbarre, aspettando nello sforzo delle braccia che s'indolorivano; il dolore :fisico le faceva bene. Far crescere il dolore sino a non sentir più nulla, come un corpo appeso, penzoloni, senza vita. La Lucia era con Vincenzo : erano insieme, babbo e :figliola. Dopo, forse, Vincenzo l'avrebbe potuta perdonare; a chi ha espiato, col tempo st perdona. I polsi si tendevano, le braccia si tiravano,_ BibliotecaGino Bianco

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