Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932

300 G. De Robertis in sé l'armonia del suo vario ingegno, e quell'altra armonia, che in lui s'accordava, di tanta poesia di tanti, in un punto solo, nuovoi proprio come fosse creazione spontanea. Non è, come dice il De ,Sanctis, che « il suo spirito andava al di, là della frase e delle reminiscenze, attingeva le cose nella loro vita>>; si deve dire invece che le sue immagini, come la sua lingua, nascevano dentro di lui dlalla somma di quelle reminiscenze, Virgilio e più Claudiano, Stazio e più Ovidio, Dante e più Petrarca, Cavalcanti e più la musa po– polare dei rispetti, e molto Teocrito. Nonostante era pur sempre lui, per quel miracolo, quell'accordo, che in lui avveniva senza fatica, e che operava in lui come una forza visionaria. Allora gli nascevano quella lingua fresca di tanti sapori, e quei versi ingem– mati, che da,vvero si direbbero, con le pa,role d'uno il quale adorò la Grazia, « inclito studio ili scalpelli achei >>- Ci furono, nella nostra letteratura, altri poeti sui quali la fatica e le lunghe letture pesarono. Lasciamo andare il Parini, che se ne servi per meglio appoggiarvi il suo ris o, e quel riso corse per l'in– trico dei versi e li riscattò ; e lascia.mo andare il Leopardli che, per sentirsi più libero e sciolto, si volse a i poeti minori, agli alessan– drini, e non vi si piegò, ma li innalzò a sé, soffiando in quella senti– mentale povertà la. sua ricchezza. E il Foscolo? Egli arrivò, sì, a una forma sua, incognita, ma se ne fece a volta a volta un ricco manto o un velo tenuissimo. Forse, il ricco manto, è il « gran peplo)), di cui parla nelle Grazie : la real vesta di Urania : Era più lieta Urania un di quando le Grazie a lei Il gran peplo fregiavano ... ; e il velo è quello di cùi immaginò cinte le tre figlie di Venere, « sì trasparente .... che non pur asconde, ma neanche adombra le bel– lissime forme, e a guisa di amuleto invisibile le difende dal fuoco delle passioni divoratrici>>: quello che è ancora il segreto e la bellezza della meno appariscente e più alta poesia del Foscolo. Nel Poliziano peso non v'è., o quello solo delle cose espresse, e della.loro vita: e una sorta di doratura. Assunse, interi, versi di Dante, con un tono tutto suo, familiare, affettuoso, piano, senza quasi più grandezza : La notte che le cose ci nasconde ; versi del Petrarca, con un mesto accento popolaresco : La Stanca rondinella peregrina. Anche rifece versi più superbi, contentandosi d'un color di festa e quasi togliendo alle parole lo spirituale valore.... ' Dolce color d'orienta! zaffiro.... Biblioteca Gino Bìanco

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