Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932

Tre caràinali e un papa 281 gruppo delle mamme è bene in vista, l'uomo lungo si accuccia, non so come, di fianco ai guidatori finti, alza uno strillo, e il somarello, in un coro di bubboli. e di gridi, fa di gran'. corsa quei metri, e al punto giusto si ferma, voltando indietro una testa infioccata, con due occhioni che ridono. Ma stamattina bambini non ce n'è: fa troppo caldo, e io ho ria– perto il mio Paradiso. Da quando l'italiano me lo vorrebbero ne– gare, per impippiarmi dli.sillogismi in latino, trovo che Dante dice le cose più alte con la stessa precisione e più a,rmonia. Che musica il principio di ogni canto ! come ha ragione il- mio Ermini ! Se mai continga che il poema sacro Al quale ha posto mano e cielo e terra Si che m'ha fatto per più anni macro ..:. la pace, dopo tanto travaglio, sospirava il .poeta stanco; questa pace .... questa luce verde, questi ippocastani che respirano nel sole, foglia per foglia, e questa stesa di erbetta terierella, che allunga nell'ombra i suoi fili tutti uguali, come la frangetta di un bam– bino sulla fronte. Strano! il giardiniere ci passa e ci ripassa, coi suoi scarponi grevi, e non pare che l'offenda: si tira dietro quei tubi con le rotelle, che pafon bisce con le zampe, e li attacca via via a quella specie di flauto sospeso su un trèppiede; quello si mette subito a girare svelto svelto e sparge intorno una nuvola di goc– cioline : frusciano le foglie lustre delle cannedind'ia · con le pan– nocchie rosse e gialle, dondolano appena i capolini accesi delle zinnie, ridono i gerani e le dalie, tutta l'erba si crogiola nel fresco .... Felici le piante qui, felici gli uomini. Laggiù quei due ragazzi fermi al laghetto, che danno il pane ai cigni e ridon forte; il giardiniere ha, gridato qualcosa a un suo compagno che non vedo.... e sùbito il silenzio ritorna, molle, riposante. I miei compagni passeggiano su e giù, coi libri in mano, parlan.d'o sottovoce; ogni tanto si interrompono anche loro, sen– tono anche loro questo non so che di dolce che ci fascia. Valeri e Bernardi, quando mi passano davanti, sorridono ; anche Giovan– nelli, anche Felici. ... .Solo Bendazzi misura tutto il viale a testa china, ruminando il suo ebraico, e il prefetto, seduto laggiù col suo brevfario aperto, butta in giro ogni tanto le sue occhi11tacce .... _Oh perché non ci vogliamo bene tutti? che cos'è questo spiarsi, que– st'invidia, queste ambizioni? Dio non è amore? ... Potessero godere quest'ora di pace i miei lassù, in quel paesetto frigido! Che fa a quest'ora mia madire? mi par di vederla,, piccolina, che corre dietro alle sue faccende : un po' brontola e un po' canta. E mio padre ? Fuori a visita,r le scuole, o chiuso nel suo ufficio, con la sua tre– menda « relazione finale))? e mio fratello ? e le sorelline ? quella più piccola, che ho vista appena quand'era a balia a Fossombrone, ibliotecaGino Bianco

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