Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932

338 D. Cinelli bisogno che provano certe donne quando hanno perso la freschezza della gioventù di lodarla e goderla in coloro che la posseggono an- c6ra, quando mettev,a in prova un vestito, prend'eva a dire: . - Pagherebbero, tante signore che conosco io, a avere una vita come questa, - e le passava la mano esperta sui fianchi, lisciando Je pieghe della stoffa. · Nessuno le aveva mai parlato così. . - E qui che pare non ci sia nulla, infagottata come sei nei tuoi cenci, e invece c'è il necessario e basta. E basta, capisci; perché non ci vuol altro che quello; se c'è di più, addio. - E, in un ap– prezzamento di persona che se ne intende, schioccava la lingua i:ml palato, col verso che si fa per spingere un cavallo al trotto. Senza volerlo Maria si rallegrava, sorrideva. E non poteva fare a meno di stare a guardarsi allo specchio. Si sentiva più forte, più capace; nella piena della gioventù, della salute. Come passarono le prime greggi che scendevano di montagna, la prese la smania di ritorna,r lassù, alle prata. Chissà} forse non ci sarebbe mai più ritornata. Voleva portarsele con sé negli occhi, ]e rocce grigie dei crinali nel verde delle praterie, le pecore sparse intorno ai laghi. · Prese con sé la Lucia, come per difendersi da un vago senso di pericolo al quale sentiva di andare incontro, come se, a andar sola, fosse stato male. A sentire il primo gusto dell'inverno nell'aria si rallegrava : era l'ultimo inverno, quassù. Era una giornata chiaris- 8ima, faceva quasi caldo a salire con la Lucia in collo, che a tirarla su per la mano era anche più fatica. Ma a entrare nel pianoro aperto, a un tratto soffiava un'aria diaccia che bisognava mettersi nei canti più riparati per ritrovare il calduccio del sole. Alto nel cielo passò un branco di storni, grande come una nuvola;· ora si riunivano, ora si staccavano a stormi; ora piegavano verso terra, poi risalivano in su punteggiando tutto il cielo. Poi sul lento peso delle grandi ali, pa,ssò un falco. Allora, tranquilla e naturale come la vibrazione dell'aria nel sole, di dentro a un cavo dove era una fonte si levò la voce del vecchio pastore. Quando fu sulla riva del laghetto si stupì di trovarsi lì; non sa– peva perché fosse venuta. Nella immobilità stupefatta di tutte le cose, le acque allontanandosi dalla riva si scurivano sino al più cnpo smeraldo, nel mezzo. La prese una frescura per tutte le mem– bra che saliva dalle acque. A specchfarsi nella trasparenza d'elle acque, era come a vederci affondare se stessa, colei che era nata lassù per starci sempre e morire lassù, come la mamma. L'acqua aveva il colore del tempo che passa e cade nei fondi limacciosi del– l'essere, dove non si dimentica nulla. Iridescente come un getto d'àcqua, saltò nel sole una trota, e ,Maria rabbrividì di vergogna: a un tratto la soHtudine del suo animo pareva contaminata da un BibliotecaGino Bianco

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