Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

LA SERVA DALLE OALZE ROSSE. A volerlo fare con assoluta sincerità non c'è nulla di più sca– broso che l'andarci. a ricercare e riconoscere in quelli che eravamo agli anni della nostra adolescenza. È forse la stagione più mal– ferma e impura della vita, l'adolescenza. A metterci le mani dentro e tirar su, ne vengono fuori cose che se talora ci _inteneriscono di noi stessi, e talora ci lasciano assorti sognanti e nostalgici, alle volte anche ci sgomenta.no . E allora l'istinto che prevale è quello di ricacciare tutto dentro, e richiudere bene il_coperchio che ave~ vamo sollevato, e lasciare che la vita continui a ricoprirlo con la sua polvere e le sue ragnatele. Ma poi ogni tanto la curiosità oziosa ci ritorna, e con questa droga freudiana che ci si è messa nel sangue, l'indagine crudele vince quel primo sgomento e non si ferma. Ma che tristezza! Quella nostra anima d'allora che il vezzo del rimpianto, e l'imprecisione di cui la rivestonò i veli aerei della lontananza, ci fanno profilare e rievocare, nella esteriorità dei pen– sieri e delle parole, come il fiorire di una nostra fresca schietta semplice felice primavera,, Dio solò sa che cosa ci avrebbe prep3!– rato nella vita, se questa stessa non ce l'avesse poi accomodata, rad– drizzata, disinfettata e risanata. Non c'è retorica più falsa che la poesia dell'adolescenza. Fra le stagioni della vita dell'uomo, del– l'uomo maschio specialmente, è quella la più antipoetica. Dentro al ragazzo che cresce, che comincia a mettere le prime pelurie, c'è sempre, più o meno, il maschiaccio che urge, e che polarizza la sua cu:i;iosità della vita verso il mistero del sesso. Non ci sono anc6ra i veri bisogni, e i sani appetiti della carne,. ma c'è l'ine– sperta e pettegola -malizia dell'imaginazione che insudicia la, mente., che sciupa i fiori più belli del sèntimento nel loro primo sboc– ciare, che fa ricercare la conoscenza dei frutto anc6ra proibito attraverso i buchi delle serrature. L'estatica ansietà con cui si volge verso la donna la parte anc6ra nura di noi è ad un tratto attraversata dall'istinto impuro che la ~sconvolge e la sopraffà. Le idee romantiche che ci sospirano dentro anc6ra ingenue e buone si mischian_o alle fantasticherie che ci suscitano le cartoline im.~u– diche,. e alle vanterie dei 'nostri discorsi di scolari in pantaloni lunghi. Le avventure di Paolo e Virginia ancora c'innamorano ma le « avventure d'u,na cameriera)) ci stordiscono e ci mettono' nel BibliotecaGino Bianco

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