Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

58 E. Fabietti cane) inqitieto) scodinzola;va con la còda; soffiando in im corno da fiato; la stanza era piena di biblioteche; sognava alla casa natale, al piccolo bosco; qu,està lettera mi sar:ebbe dovitta venir letta; spero di trovarmi in questa disposizione d)animo aWarticolo della morte (in articulo mortis). ' Vinco la tentazione d'infilare altre di queste perle. A che ser– virebbe insistere ? E taccio dello sti:abocchevole rigurgito di galli– cismi (parole e locuzioni) che inquina questa prosa, la quale può dirsi italiana soltanto ·da chi è •dispòsto a considerare la nostra lingua e la JlOStra letteratura un feudo di Francia, e si vergogne– rebbe di dire «scusi>> e non <<pardon>>a -un passante cui avesse pestato involonj;ariamente un piede. È colpa sopra tutto di questa protluvie di libri mal tradotti dal francese se molti vocaboli e modi di dire propri di quella lingua penetrano assiduamente, mutando soltanto le desinenze, nel nostro· idioma, e lo impoveriscono a poco à poco di elementi nativi. È coÌne un'infiltrazione capillare lentà e inavvertita, da cui non sappiamo più difenderci, e lo stesso ei-tensore di queste note non è sicuro di esserne rimasto sempre immune dando forma al suo pensiero. Non si pretende che gli scambi spirituali tra le nazioni non influiscano a lungo anche sui loro modi di espressione; ma oltre che queste influenze devono esser reciproche e dar luogo ad una, as~imilazione superatrice. le. lingue e le letterature è bene conser– vino quanto è possibile la loro autonomia, dovendo esse esprimere il genio particolare delle stirpi, che importa non vada perduto. A proposito di cattive traduzioni dal francese, non so perché non si abbia il coraggio di riconoscere una buona volta che tra– durre bene da questa lingua è impresa più ardua che tradurre bene da tutte le altre. Proprio così ~ anche in questa mate-ria è meno facile intendersi fra parenti che f:ça estranei. Tra i due lin– guaggi, nati dallo stesso ceppo, le somiglianze sono tali e tante, che si è continuamente tentati; - nel trapasso dal francese al~ l'italiano, - di evitare lo sforzo necessario a superare le differenze, ~ si traduce, quindi, alla lettera, ripetendo 1a struttura della frase e le movenze del periodo, trasportando di peso nella versione le stesse parole, senza pensare al significato spesso improprio che· as– sumono nella nuova veste ; finché ne, risulta una prosa appena coperta da una frettolosa mano di vernice italiana, ma ancora fran– cese nell'intima conformazione, com_euna vecchia signora si illude di mutare i propri connotati con la tenue patina qi un belletto, che non inganna nes_suno. , Nell'inglese, viceversa, e più nel tedesco, e più anc6ra nel " russo, le ·somiglianze con l'italiano scompaiono non esistendo vin– coli di parentela tra quelle lingue e la nostra:' pochi, infatti sono i vocaboli di comune derivazione latina, diversa la struttu;a del BibliotecaGino Bianco . J

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