Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

I ciclami di Ba.nne 4-3 imprQyvisamente da lui : aveva sentito dentro di sé come un violento richiamo e s'era precipitata verso la cappelletta: più che inginoc– chiata, .s'era buttata in terra davanti alla Madonna, là in mezzo alla strada. Lui era accorso e con rudezza l'aveva risollevata: - ~ei matta! Ma non vedi tutta questa gente che t'osserva. - Allora appena s'era accorta della gente, del frastuono, delle luci accese. Al tranvai c'era unll( ressa vociante; ella aveva voluto ritrarsi, ma vi era stata sospinta ir.1mezzo da lui che le era alle spalle. Ora sarebbero ripassati davanti a quella cappelletta. Lina aveva preso per mano Livio e Renata; c'era un gran movimento sulla strada provinciale e un continuo passaggio d'automobili e di cor– riere. Quando furonò a fianco della cappelletta, Lina pregò Livio di regalarle un piccolo gruppetto di ciclami. - Perché ? - le chiese il piccolo, guardandola co:µ gli occhi sgranati per la meraviglia, ma togliendq già dal suo mazzo alcuni fiori. ~ Per metterli sotto l'im– magine della MadonIJ.a, - rispose la madre ; e andò a deporli ai piedi della statuina,, con un senso cosi vivo della stabilità della fede in mezzo al mutare d'ogn( cosa, che un pianto leggero le salì dall'intimo petto sino agli occhi senza sciogliersi in lagrime, ma inondandola dentro di consolazione. Poi s'avviarono alla stazione del tranvai. :Ma come furono in mezzo alla strada, Renata si sciolse improvvisamente dalla ma,no della madre e corse di ritorno verso la cappelletta. - Renata, - gridò Lina, per lo spavento che andasse a finire sotto un'automobile. Renata, arrivata alla cappelletta, si· rizzò in punta di piedi, e facendo uno sforzo riusci a raggiungere con la estremità delle dita il mazzettino di ciclami che ci aveva deposto la madre; lo fece cadere, lo~raccolse e lo unì al suo mazzo. Lina sentì uno strappo al cuore : afferrò Renata per una spalla, come se volesse picchiarla; ma una .subitanea malinconia e rilas– satezza le tolsero ogni volontà : forse era giusto così, lei non era degna d'offrire quei fiori alla Madonna. Livio gridava che quei ci– clami appartenevano a lui e li voleva riaver~. - Ora sono miei, - ripeteva ostinatamente Renata. Sulla piattaforma del tranvai, zeppo di gente, era proprio come quella domenica: Lina si sentiva mortalmente stanca, aveva gli occhi pieni di lagrime e, mentre i fanciulli vicino a lei continuavano a bisticciarsi, la gente la guardava. GIAN! STUPARICH. ibliotecaGino Bianco

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