Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

126 E. NARJSCHKIN-KURAKIN, Sotto tre Zar rivol!uzfone, e che senza l'assoluzione di Vera Sassulit le ulteriori cata– strofi non sarebbero· avvenute>>. Il suo buonsenso, pur senza l'astioso sarcasmo messo da Leone Tol– !ltòj in cexte pagine di Anna Karenina, sapeva condannare efficacem~nte una guerra imperialistica come quella del 1877-78 contro la Turchia: « Sempre ero stata contraria a questa guerra, e dovevo con rammarico riconoscere che ormai ci trovavamo irri_mediabilmente spinti nel conflitto. Pareva a me che dovessero bastare gl'importanti problemi nostri da risolvere, in particolare quello dei contadini. Anche solo per riguardo a questi ultimi si sarebbe dovuto evitare la guerra; ma era ormai deciso. che il nostro povero popolo dovesse essere anc6ra una volta caricato del pesante fardello di nuove contribuzioni di guerra e di nuovi sacrifici di sangue. Andavo pensando che, ,per la nostra- 'Slavia ', stavano per dimenticarsi che noi eravamo pure dei russi, e non partecipavo in nessun modo al generale entusiasmo ». La stupì, allora, l'interventismo degli intellettuali; ma se ne rese ben presto ragione, spiegandolo con la loro, sicurezza che alla libertà nazionale donata ai fratelli slavi sarebbe se– guita quella civile conquistata dai russi liberatori; e le novelle e 1 1e·let– tere di Vsevolod Garscin e dei snoi coetanei lo confermarono. Non era estranea neppur lei a certe speranze dei liberali; ma le re– pugnava che il governo cedesse alle intimidazioni· dei comitati rivoluzio– nari : sicché, pur fra, le censure che non risparmiò alla politica reazio– n,aria del regno di Alessandro III, le pa-rve che fosse agire « rettamente e virilmente, da parte dello Zar, il rifiutare con fierezza ogni patteggia,.– mento con gli assassini di ,suo padre, prendendo con ciò sopra di 'sé tutto l'odio dei rivoluzionari». Nel diario sui giorni salienti della« rivoluzione– di febbraio», -chechiude le memorie della Na:ryskina, questa dirittura ha modo di manifestarsi con un'immediatezza anche maggiore. Il 25 mar– zo 1917, quand'è prigioni,era insieme con la famiglia imperiale, dopo una visita del co,mandante delle truppe che li sorvegliano, annota : <<· Mi piace;; è un uomo che desidera il bene; convinto ,repubblicano, crede· alla gran– dezza; del movimento per l'avvenire; è entusiasta dell'idea di una libertà conqui.stàta ». U:o.mese dopo, il 26 aprile, quando l'imperatrice la fa. chiamare mentre aspetta d'essere interrogata dalKerenskij, ella capisce subito, dall'agita.zione della sovrana, corrie questa si prepari « a dirgli una quantità di cose insensate», e la ç.alina': spiegandole che Kerenskij cc fa tutto quello che può per difenderla davanti al partito degli anarchici, e nel cercare di giova;rle rischia egli stesso la sua popolarità»; pregan– dola « di capire in che situazione si 'trova», cé di non rovinarsi coi suoi propri errori». Nata di famiglia illustre, e ·andata sposa a un Naryskin, clie poteva vantare fra le sue antenate la madre di Pietro il Grande giudicava di sov'rani e di ministri con una perspicuità che penetravi facilmente ol– tre gli splendori del graido. Cosi su Nieola II, che conosceva fin dall'in– fanzia assa,i meglio degli altri personaggi di Corte ella dà questo, spietato giudizio: << Spesso ho sentito muover.e allo Zar' il rimp,rovero che egli– fosse una testa di 01,wrio; tale giudizio era completa,mente sbagliato e poteva derivare .soltanto da una incompleta conoscenza del suo càr.atte~e. Egli non si sentiva sicuro di sé e non aveva fiducia in sé; era conscio, della propria inesperienza e della manchevole educazione ricevuta• con- - ' BibliotecaGino.Bianco

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