Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

98 V. MoN'.l'I, Epistolario poeta ,è sopraffatta: e la Bassvilliana, rimane incompiuta. Le ansie del poeta· per la ,sorte della sua famiglia son grandi; e mentre si aspetta l'irrompere dei francesi, egli, a ,sicurezza. dei suoi, ottiene al fratello Francesco Antonio la nomina di Oonsole del Re di Svezia. Non senza so1·– ridere si leggono le le_ttere che riguardan questo episodio: il preveggente poeta manda 111 fratello anche il figurino della divisa. Il 26 marzo 1796, a proposito della Musogonia egli scriveva a Fran– cesco Galeani Napione parole accorate in cui si confessa intero: Ma dopo tutto questo, crede Ella ch'io potrò dare al mio lavoro il compime:t;1to che mi son prefisso ? Dio lo voglia. Ma quando io considero d'aver cacciato il povero Bassville in un Purgatorio, ove nbn è più redenzione, m'assale un timore che anc~e questa volta mi manchi l'acqua sotto la barca. Oh venisse una santa pace, che io preferisco pur molto ad una santa guerra, e non avessero le muse ad imbrattarsi di sangue e a cantar l'inno della vittoriia sopra un monte di -cadaveri fra lo strepitio dei cannoni e alla luce d~ città incendiate e distrutte! Oh non grondasse più sangue l'al!oro dei re e dei poeti! -Giorni amari per il Monti, al quale non.si perdona,va la BassvilUana, ma egli. già ne preparava la palinodia e il 24 marzo 1797 al Costabili Containi scriveva da Firenze: Io non resto qui ozioso. Affatico e redimo i torti che mi ha fatti la Cantica di Bassville. I, patriotti medesimi, informati delle imperiose ragioni, che mi co– strinsero a scrivere di quel modo, non solo si sono meco tutti pacificati, ma mi .u– slngo d'averne ottenuto la confidenza, l'amore e la stima. Vuoi di più ? Io li ho resi entusiasti con certi poemi che vedranno la luce subito che avrò sottratto mia moglie e i miei figli all'artiglio de' preti. Ed- è maturo il tempo per la famosa lettera che egli indirizza al cit– tadino Francesco Salfi il 18 giugno, anno primo Repubblicano (1797): .... costretto a sacrificare la mia Òpinione, mi sono adoprato di salvare, se non altro, la fama di non cattivo scrittore. L'amore adunque di qualche gloria poetica prevalse al rossore di mal ragionare, in un .tempo massimamente in cui tant'altri mal ragionavano. Così egli,. nel punto di ripudiare la Bassvilliana per ragioni politiche, salvava la sua creatura poetica. In mezzo ·alle tempestose vicende il Monti attese alla sua opera di poeta e di letterato, manifestando la sua fedeltà alle Muse, sola ambi– zione del suo animo e vera fedeltà a se stesso. E la sua gloria crebbe, pur tra le inimicizie di letterati che dovendo far perdonare a se mede– simi brutti _versi e mediocre dignità, non perdonavano 'al ca,ntor di Bassville la mutevolezza delle dediche poetiche. Ma ormai tra fosche ire ed esagerate esaltazioni, egli era riconosciuto principe dei moderni poeti : e, se per alcuni era la maggior ,figura poetica apparsa dopo il Tasso, per altri era l'emulo di Dante. I letterati più giovani di lui lo ri– conobbero maestro: il Foscolo e il Manzoni, e più innanzi, il Leopardi, cli cui è famosa la dedicatoria delle canzoni. I suoi rapporti coi lette.rati furono assai mutevoli: il Bettinelli, da avversario (al tempo in cui il Monti scriveva: Qui giace il Bettinel che tanto visse - Da veder obliato BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy