Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

90 P. Nardi - Dino Garrone adriatico, nel Lavoro fascista. Svariava a stracittadino, con subite nostalgie e ritorni strapaesani. La sua ultima novella, Una notte di Natale, pubblicata postuma dal Popolo di Brescia, lo mostra al cospetto d'un, analfabeta calabrese ( « mantello a rappezzi e scarpe formidabili l>), venutogli innanzi sulla pensilina della stazione di Bolo,gna, per farsi scrivere due parole d'augurio per la moglie: « Célico ! Un'onda di te– nerezza mi saliva alla gola per il ·bifolco sconosciuto, che mi tendeva una busta e un foglio sgualciti. ·Svitando in furia la penna stilografica .... gli chiedevo come si chiamasse quella donna smarrita in un piegone della Sila>>. Ma il treno s'è rimesso in moto, e ,GaITone è ,di nuovo lui, né ben stracittadino né ben strapaesano, e solo con quella necessità d'an– dare, di coglier l'impressione nel suo dinamismo fuggevole. S'è lasciato alle -spalle San Luèa « con i portici sgran~ti lungo il declivio come nastri d'una mitragliatrfoe >>,ed è già sul ponte ferrato di R,imini, tra · le vele fuggenti a ritroso oltre i vetri, illuminate dai fanali a gas. Rien– trando in famiglia, a Pesaro, oh non è come se incontrasse sulla soglia un altro se medesimo ? « Nel rettangolo della port~ mio fratello sorri– deva con gli sky in spalla. - Hai fatto buon viaggio ? - Guardavo quel ragazzo, alto, bellissimo nel costume sportivo; dal bavero aperto del maglione il collo fioriva, impetuoso. L'abbracciai, gli chiesi: - Non ri– mani con noi? - Rispondeva affannato, -con un'allegria cosi grande che mi parve un'ostilità: -- Abbiamo deciso di fare il Natale fuori, con degli amici: Andremo verso il Catria. Pranzeremo sulla nev,e>>. In un Corriere adriatico dello se.orso aprile c'è un articolo di lui, intitolato, dalla gara automobilistica a tutti nota, Mille miglia, dove le -caratteristiehe più sue si denunciano pantografandosi. « Il muggito dell'Alfa Romeo s-i avvicina. Colpite dalla luce cruda dei fari le case pigliano volti assassini e si mettono a- scappa,r in avanti, come cavalli. Adesso la luce investe anche noi .... Campari non è che un rombo che s,i allontana, che fa fuggire nuove case davanti a sé.... >). Era nato a Novara nel 1904. « Novara è la mia città, la ver,a patria>>. Ma chiamava 1nia anche Pesaro, per avervi trascor,so l'adolescenza e la pritnà giovinezza. E sua considerava Bologna, dove s'era laureato in let– tere. Quella notte, dopo aver visto l'.analfabeta dileguare, al di là dei vetri, sulla pensilina : « Il direttissimo scendeva a spron battuto lungq la linea che aveva coinciso con il tratto più facile della· mia gio– vinezza. Quante volte l'avevo percorsa, in quattro anni d'Università ?... Mi sovveniva con quale gioia attendessi l'apparir di cinque o sei pioppi su di una_collina, che er!JinOil primo indizio di Bologna)). Anche per Parigi era partito con gioia. Temperamento d'esploratore, diçòno avesse pronta una Vita di Colorn,bo. Da Parigi_ voleva spingersi fino a Saint– Malo, per imbarcarsi coi pescatori di balene. Invece, spicco il volo verso altre lontananze. L'ultima volta che lo vidi aveva un costume sportivo; come suo fratello, quella notte di Nat~le. Né so desistere dall'imagi– narlo anc6ra per le vie del mondo, in puU-over e knikerbockers, a far incetta d'impressioni, portato dal suo naturale slancio; per qu.anto mi s'imponga alla coscienza, con nuovo doloroso senso, quell'imagine cos,i sua : « come una scaglia di legno ;sòffiata via dalla pialla .... >>. . .PIERO NARDI. BibliotecaGino Bianco

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