Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931

720 B. Cicognani 'come i temperamenti nervosi, agile e leggera; ma un colorito, un tono di robustezza quali ànno soltanto i ragazzi abituati in cam– pagna. E come ella l'amava ogni giorno di più, la camp~gna ! La si vedeva tornare insieme all'Ersilia, in trionfo, con fasci, in braccio, di ma-rgherite, di quelle grandi, sui carri dei bovi : tor-, nava coi vestitini che sapevano di contadino, con le mani verdi di erba, le gote accese, gli occhi turchini che le sfavillavano. Ora, il suo amore verso le cose, verso le creature andava acqui– stando via via una luce di coscienza umana, un sentimento di sé, della vita, una co;nprensione, un'intelligenza di quello che è gioia, di quello che è dolore. Rispetto per l'esistenza, amore per ogni ési– stenza. « No, lascialo vivere)): ogni volta che- uno vicino a lei, come sùbito i più, alla vista di qualohe insetto o molesto o brutto, faceva l'atto d'ucciderlo; e piacerle qualunque animale: anche i bruchi pelosi, anche i grossi rospi : resta.re fissa a osservarli, quasi a proteggerli con la sua presenza. · « Làscialo vivere, làscialo libero!)), ogni volta che vedeva un ~ssere vivo in una mano. La rattriFtavano i poveri supplicanti al cancello ; e ormai era ben noto, nel raggio di miglia e di miglia - di bocca in bocca, da mendicante a mendicante - che a villa Beatrice bisognava cogliere il momento in cui « la signorina)) ve~ desse chi era al cancello. « La signorina di villa Beatrice)). E ogni sorriso di quei cenciosi quale altro ne richiamava sulla bocca di lei: luminoso, consolatore! « La signorina della villa Beatricè )). La,vqce che viene dal mondo dei poveri, quella, è veramente divina. E la sentivano tutti. Era ogni giorno più forte l'attrattiva di questa creatura su quanti l'av– vicinavano. Bella di tutte le bellezze,. amorosa di tutte le amoro– sità: quasi che ella da ciascuna cosa, da çiascuna creatura rice– vesse in cambio la parte di loro più cara. E quel giorno Beatrice, dalla finestra, guardava Barberina col babbo in giardino. Era giugno: una giornata domenicale: c'era il silenzio dome– nicale. Il soìe aveva già dato vòlta : una leggera vela di maestrale aveva pulito l'azzurro. Dal parco veniva di già il fresco _dell'om– bra serale : nel folto gli uccelli avevano già cominciato i gorgheggi rumorosi del tramonto. Beatrice, dalla finestra aperta di camera, godeva. Barberina e il ba,bbo erano davanti alla voliera. Barberina aveva un braccio intorno alla vita di lui e si vedeva che lo pregava ardentemente di qualche cosa. Beatrice non distingueva le parole, non vedeva la faccia né dell'uno né dell'altra, ché le voltavan le spalle : vedeva soltanto il braccio di .Barberina intorno alla vita di Romualdo; ma capiva benissimo che Barberina chiedeva una BibliotecaGino Bianco

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