Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931

686 E. Rocca requisitoria di un uomo spiritualmente libero nei confronti di chi lo ha a lungo e contro giustizia compresso, ma il grido d'odio di uno schiavo scampato alla morte contro il suo aguzzino. Chi anche in schiavitù si sentiva libero, sa dopo dare anche al suo più fiero nemico una parte di ragione, quindi anche equilibrio al racconto e umanità alla stessa satira. Chi ciecamente odia, nulla vuol conc·e– dere perché nulla vuol vedere. Epperò nulla ridà. Il Diederich Hessling che nell'Untertan è in tutto, fin nella foggia d_eibaffi e nello sguardo saettante, copia e caricatura del suo « magnifico giovane Imperatore>>, non ha nemmeno un lampo di quella bontà che fin nei bruti si manifesta. 1 Mann ne fa un fellone al cento per cento, un arrivista spregevole, un seduttore vigliacco, un codardo, un prfsuntuoso, un soldato miserabile, uno sciovinista in mala fede, un intrigante, un .piaggiatore, un pescecane senza scrupoli. E non· vale di più di questo rappresentante della borghesia né il capo socialista che gli vende i compagni, né la massa prole– taria che in Die Armen (I poveri) 1917) ad altro non aspira se non a, imborghesire, né i dirigenti che in Der Kopf arrivano, pur non volendolo, alla guerra legati come sono al carro di quell'alta in– dustria pronta a guadagnare sia nella vittoria che nella sconfitta. E pazienza che Mann dipinga qui con la bava,e col fiele e con una brutalità e trivialità di m9lto superiori a quelle che vorrebbe farci odiare, il peggio si è che_all'ultimo tutte le linee s'imbrogliano in una torbida confusione dalla quale né la realtà risulta, né un sim– bolo traluce. Francamente : qui anteguerra e guerra ci son tanto poco, quanto il periodo postinfl.azionista in quella strana e già «obiettiva>> sto-· ria di un << figlio di due madri )) che è Mutter Marie (1927), o la gioventù spregiudicata e la plutocrazia vampiresca d'oggi in quel << libro giallo>> che è il filmistico romanzo ultimo Die grosse Sache (La grande impresa) 1930). Nel migliore dei casi questi « romanzi del tempo>> di Heinrich Mann sono solo opere di fantasia, e a questa stregua, non so quanto grata all'autore, vanno giudicati. Ma che sanno gli artisti di se stessi? Pianta che affonda le sue radici nel passato e stende sul presente vasta ombra di fronde, 'Heinrich Mann s'incontra oggi e resterà certo domani a un impor– tante crocicchio della letteratura tedesca. Dei molti succhi assor– biti, - Balzac Zola Flaubert Nietzsche d'Annunzio Wedekind, - egli ha fatto linfa propria e schietta e, a dir oggi il suo nome, ver– ranno alla memoria non solo caotiche ~onfl.agrazioni nuvolose o fuochi fatui espressionistici, ma anche limpidi orizzonti e riposate prose e, insieme ai noti tropicali paesaggi della lussuria, dolci, nell'età tarda, le temperate sorprese del cuore. E troppo mi par si trascuri a questo proposito Éugenie oder die Burgerzeit (Eugenia BibliotecaGino Bianco

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