Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931

65fi A. I'anella ----------- ------------------- la quale anche nei più duri avversari non può non destare nn sen– timento di pietà per la vittima. iMa nella realtà in che consistette, la grandezza del Savonarola? Si sarebbe desiderato che uno stu– dioso, ponendosi al di sopra delle passioni di parte, ci avesse pre– sentato un Savonarola nella sua schietta umanità e non travestito da santo o camuffato da demonio. E da questo proposito fu mosso il Villari, che dichiarò di « aver cominciato e condotto il lavoro sPnza alcuna idea preconcetta>>; m,1;a quale risultato sia arrivato abbiamo visto. Dopo di lui, più che mai crebbe il disorientamento, di qua e di là dalle Alpi, fino alla recisa condanna del Pastor, che suscitò polemiche aspre non anc6ra quietate. E intanto ci ·sono anc6ra in Toscana, la terra classica del savonarolismo, coloro che ·aspettano dalla Chiesa la canonizzazione del ,,Savonarola, dimen– ticando che alcune sue opere condannate da Paolo IV entrarono anche nell'Indice tridentino, sia pur con la mitigazione del donec ernendatae prodeant. La relativa concordia raggiunta nel campo cattolico per un certo tempo dopo la pubblicazione dell'opera del Villari e prima della pubblicazione del Pastor non si è più ristabilita dopo, né credo che debba contribuire a ristabilirla l'opera dello Schnitzer, che, uscita qualche anno fa nell'edizione ori&'inale tedesca, ha ora l'onore di una traduzione italiana. Lo dice lo stesso autore: « non ci illudiamo davvero che la contesa attorno. al frate sia definitivamente termi– nata». Pure neanche dispera che il Savonarola possa essere .vene– rato sugli altari, con parole che sapranno di temerario : « comun– que non saranno gli altari a decorarlo, ma sarà egli a dar decoro agli altari)). L'auspicio di una tregua di Dio, che strappi alla Chiesa una di– chiarazione di santità contesa da secoli; dice di per sé su quale ter– reno si muova lo Schnitzer. Non è però quello stesso del Villari, che più dell'uomo di Chiesa aveva mirato ad esaltare l'uomo politico. Si compren.çl.equindi come anche la conclusione sia diversa. Il Sa– vonarola (scrive lo Schnitzer) « non fu una mente creatrice, né uno che abbia svelato nuovi orizzonti, ma fu qualche cosa di infinita– mente più grande: fu un uomo e un 'cristiano. Come uomo lottò e soffrì per quello che comprese essere il c6mpito della sua vita affi– datogli rla Dio, con tale indomito eroismo che formerà l'ammira– zione di tutti i secoli. Come cristiano incarnò talmente lo spirito divino d'amore da assicurarsi un postò sublime tra i santi della cri– stianità». In comune, le due opere hanno il pathos savonaroliano, _che nel Villari vorrebbe attingere le vette dell'emozione nei frequenti richiami all'eroismo e al martirio; nello Schnitzer raggiunge i mag– giori effetti col racconto della tortura e del suppl,zio del frate, vittima innocente di un diabolico piano ordito da nemici· politici e da nn papa indegno. Dinanzi al lettore, che ad ogni passo d~ll'opera Biblioteca Gino ianco

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