Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931

Proble.mi intorno a un romanzo 737 cosa sola col Niccolò che gridava, commosso in una lettera : « Oh le donne, le donne!))' e in un'altra usciva a dire, come Casanova al principio d'un'avventura: « Rimango qui in questa stanza dell'albergo Montes– quieu, dove ho quattro donne ch'io vagheggio, senza peocato, e lo crede- rete quando io dico che tutte quattro mi vogliono bene». · All'amico Gino Capponi, che di quegli anni gli dava per lett,era ap– pena deboli .cenni del proprio passato amoroso,. il Tommaseo rispondeva, con crudezza di linguaggio particolarmente sua: « Conveniva dunque che io mi arlzassi le sottane fino agli occhi, perché voi mi mostraste la punta di un dito? ll. Fede e Bellezza è cosi : una confessione senza veli misericordiosi. Dovessi metter fuori anch'io la mia opinioncella sulla moralità del libro, dir•ei che merita d'essere assolto per coraggiosa verità e compiu– tezza spietata: come se l'onda erotica•, già corsa nella vita, s'obbligasse a. rifluire nell'opera,-e con la primitiva audacia, per una specie di espia– zione. - Il guaio comincia, quando ci si domanda quale posto trovi, nel ro– manzo, la Fede. Diceva ancora il Manzoni, di tutto il Tommaseo : « quel benedetto uomo ha sempre un piede nel cielo e un altro sulla terra ll. In ·Fede e Bellezza, i piedi poggiano entrambi sulla terra ben saldamente, e gli occhi, se mai, guardano su al cielo molto platonicamente. Maria, cosi simile a Giovannj. per quello che l'autore ha messo in lei anche di se medesimo, arriva fino a peccare affidandosi a Dio: «raccomandai a Dio la povera vita mia: cedei, non concessi ll. E dopo il peccato: << Sentirn il bisogno di Dto; -e .... nelle chiese di campagna, laddove all'alte finestre un albero inchinato dal v_ento fa capolino, e le ~mpie di verdura, e lista d'ombre tl'emule il lastrico screpolato, oravo breve ma caldo>>. Religione vaga, eff'usa e confusa nel sentimento della natura. Né la preghiera denuncia pentimenti : è un balsamo sui postumi del piacere, sulla stan– chezza e sulla tristezza; -finché l'istinto non risollevi il capo : « Rimedi– tavo .... i baci, gli sguardi, ricomponevo il peccato, pensando le parole di lui, interpretando i silenzi, esagerando i timori e i desiderii e questi aguzzando con quelli ll. In tale dedizione all'amante è la ragion d'essere dell'eroina, e non nella Fede. E nella dedizione alla Bellezza, come Niccolò l'intendeva, è il motivo principe del protagonista: « fuggendo l'amore, lo cambiò molte volte con ovvia voluttà>>. Curioso, questo Tommaseo dél quale chi sa quanti serbano ancora l'imagine che se ne, son fatta a scuola: d'un patriota, d'un educatore cattolico savonaroliano, d'un glott<;>logo (l'autore del Dizwnario dei sinoni'Y111i). Uno strano destino sembra ostinarsi a farcelo vedere soltanto · vecchio e cieco: specie d'Omero, di Milton, di Thierry. Anche Vallecchi, che ha ristampato Fede e Bellezza quest'anno 1 ), ha messo in testa al libro, di scrittore non ancora quarantenne, una nivea barba venera-bile. 1) Cfr. Biblioteca l'allecohi di Letteratura italiana e straniera. È già, in pochi mesi, al suo 22'> volume. Ciascun volume L. 3. · 47. - Pègaso.

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