Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931

PROBLEMI INTORNO A UN ROMANZO. « Cesso di piangere, chiudo il libro e scrivo » : così cominciava un anonimo articolista, quando, sul declinare del 1840, apparv!:l a Venezia, coi tipi del Gondoliere, il romanzo Fede e Bellezza di Niccolò Tommaseo. Ma Alessandro Manzoni scoteva il capo : - Pasticcio di venerdì santo e di giovedì grasso. - E Carlo Cattaneo 1 stup!:\fatto e irritato, si chiedeYa come mai un autore, « per aver fatto libri di scuola, notissimo a,lla gioventù>>, potesse dar fuoti un'opera simile: - Altro che Fede e Bellezza! Fede e Peccati doveva chiamarsi, anzi Una lunga e turpe strada per trovar. rnarito .... L'Albertazzi, più di mezzo secolo dopo: - Eppure era un'opera ardita e nuova. Come no? Un romanzo naturalista nel 1840, cioè di– ciassette e trentun'anni prima, rispettivamente, di Madame Bovary e dei Rougon Maqiiart. - E di lì a due o tre lustri, Benedetto Croce: - « Per conto mio ho fantasticato più volte sul sentimento di meraviglia e di piace1;e onde l'autore>> di Fede e Bellezza « avrebbe letto, se avesse po– .tuto,... qualche romanzo del Fogazzaro >>,scrittor<e « che per taluni ri- spetti egli preannunzia>>. Dal naturalismo, eccoci sbalestrati sulle soglie dello spiritualismo; benché il critico napoletano, alieno, come ognun sa, da queste distin– zioniJ avj:\ssel'occhio ad altre differenze: « in tanta attrattiva che [sul Tommaseo] esercita-vano l'amore e la voluttà, il suo spirito etico s'in– nalzava sempre schietto e austero; e non accadeva a lui, come ad altri di temperamento affine, di sovrapporre a una visionj:\ sensuale una fit– tizia visione etica, formata da più evanescente e languido sensualismo». Abbiamo capito. Precursore del Fogazzaro; però, di lui più rigido mo- rl;l,lista. · E l'accusa d'immoralità scagliata da Carlo Cattaneo? e il disappunto spirante dall'icastica frase manzoniana? Sentiamo il Tommaseo: << Fede e Bellezza, co' molti e gravissimi di– fetti anzi vizi ch'io veggo più che gli altri, vivrà>>. Di tanti asserti, l'unico il quale appaia provato è forse questo, almeno a giudicar dall'interesse di critica ormai quasi secolarj:\. Quando si dice Giovanni, nome del protagonista, si dice Niccolò ; e quando sj. dice Maria, nome dell'eroina, si deve capire una delle non poche, amate da questo, o forse tutte in quintessenza: infatti, s'ella emerge dalla folla la quale ha fatto paragonare il romanzo all'harem di un voluttuoso, ne serba più d'un riflesso. E poi Giov~nni è bene una BibliotecaGino Bianco

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