Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931

I•. Dopo il congresso dei Bibliot13cari italiani 731 Congresso in famiglia sarebbero stati pochi e determinati. Essi furono scelti in parte tra quelli che erano apparsi più inter,essa ·b.ti per l'Italia dei_molti trattati in quel Congresso, e affidati o alle persone che li ave– Yano studiati la prima_volta, o a quelle che per una ragione o per l'altra sono sembrate le più idonee a trattarli. Di qui la lodevole omogeneità ùel Congresso, e la serietà e l'interesse di quasi tutte le relazioni. Se si pensa al modo come l'Associazione è sorta, col permesso e l'ap– provazione del :Ministero della Educazione Nazionale (sono di nomina minis,teriale i membri del Consiglio Direttivo); se si considera che uno dei due Vicepresidenti è lo stes.so Direttore generale delle Accademie e Biblioteche, e che il Congresso è stato in tutti i modi favorito dall'au– torità _superiore, non possiamo dissimular0ene il carattere quasi ufficiale, e ci sep.tiamo autorizzati a chiederci se i temi trattati non rappresentino per caso i punti saldi di un programma uffi-cia1ein elaborazione, che potrebbe in seguito divenire più chiaro ed esplicito. Perciò mi pare interessante rilevare le tendenze più spiccate <:,hesi sono affermate in questo Congresso. Quello che è subito chiaro è che la questione delle Biblioteche è bella e uscita dal particolarismo un po' campanilistico in cui tempo fa finiva sempre col ricadere. Non solo affrontiamo oggi le· questioni nel loro complesso, e cerchiamo di risolverle per tutte le Biblioteche italiane prese insieme, ma ·ci preoccupiamo anche che la parte di lavoro che verrà compiuta- dall'Italia possa .inserirsi nel lavoro organizzato in cui in questo campo siamo stati pr,eceduti da altre Nazioni. · ' Le parole più frequentemente ripetute in 'questo Congresso sono state: coordinamento, accentramento, organizzazione, economia di la– voro. Gli esempi più frequentemente addotti, e sempre presenti anche quando erano taciuti, sono stati quelli della Library of Congress di Washington, della Staatsbibliothek di Berlino, della Vaticana. E si noti cl.te , mentre la Library of Congress influiva un tempo .sulle immagina– zioni dei Bibliotecarii della vecchia Europa quasi unicamente in virtù dei suoi fiabeschi congegni me◊canici, oggi ha guadagnata la loro fiducia colla sapiente e grandiosa orga,nizzazione del lavoro. Le proposte più importantì; a parer mio, per le Biblioteche italiane, alle quali fornirebbero un programma di lavoro organico e di prima neeessità, sono state due, e riguardano essenzialmente il lavoro-base cli ogni Biblioteca, la formazione dei Cataloghi. Anita Mondolfo si -è occupata delle opere di nuovo acquisto, italiane e straniere, che da oggi innanzi entrera,nno nelle nostre Biblioteche; Luigi Ferrari ha .affrontata coraggiosamente la questione della ricata– logazione dei vecchi fondi. La Mondolfo muove pianamente da considerazioni d'indole pratica: trentadue Biblioteehe italiane, per ~on parlare che delle governative, compiono oggi ciascuna per conto proprio il lavoro di schedatura delle opere ·moderne; è evidente che nella maggiora~za dei casi lo stesso la– voro è ripetuto più volte, in qualche -caso p_ersm? :rentadue volte, con nessun vantaggio per la perfezione ed umfornuta del lavoro, e con notevole sciupio di forze. Non potrebbe una Biblioteca italiana inca,ri- ibliotecaGino Bianco

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