Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

PAROENÉVOLI. Forse è vero che un pescivendolo beneducato, cioè non triviale, che non bestemmia, non si dimena, è un pescivendolo a cui gli affari potrebbero andar meglio di così. E questo brav'uomo di Palon, Paolone, che tiene in pescheria il secondo .banco a sinistra, non può dirsi tra i più fortunati, benché figlio di pescivendolo, discen- . dente di un'intera schiatta di pescivendoli, gente considerevole ancor prima che sorgesse l'idea livellatrice della pescheria coi ban– chi in fila di quasi marmo, quando si vendeva alla riva e non c!era mercato coperto e con tre o quattro paoli, come allora si diceva, la famiglia più spendacciona faceva una cena da re. Ma Palon aveva un suo garbo, e questo piace ai clienti e alla gente più fina. Piace meno al dio del commercio che non compensa degnamente di que– sta sfumatura di perbenismo così singolare in quei luoghi; mentre. i colleghi più sbracati parevano arricchiti in forza della volgarità travolgente. Per dare un'idea della signorilità di Palon dirò ch'era vissuto scapolo con la madre inferma fino a quaranta e più anni, ma accanto alla madre egli aveva messo una specie d'infermiera– custode la cui rozzezza era mitigata dall'idea di pietà dell'ufficio. La madre d'un pescivendolo, e non dei maggiori, trattata come una signora; ciò doveva fare un certo effetto nell'ambiente di coloro che menan le mani e dicono che « q'uando si bestemmia si ha più forza)). . Non basta. Egli era tra quelli che avevano adottato la _carta da . lettera col suo nome e C<!gnomee il sacrosanto « fu Egisto )) che compariva in tutti gli atti pubblici e qui pareva come un dovuto -omaggio alla memoria paterna; e un po' più sotto, fra i guizzi. degli storioni e dei 0èfali, bizzarro accenno a una fantasia pescatoria, la fatidica scritta: « commerciante in pesce fresco)) che a uno spirito meno equilibrato avrebbe detto forse un po' troppo, come una carta da visita con chi sa quali attributi. « Commerciante in pesce fre– sco)), anzi, se gli veniva fatto di ;rettificare, ccarrivato ora)). In dia– letto si dice ccparznévul )), ma con l'adozione della carta da lettera, BibliotecaGino Bianco

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