Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

G. J. GELLER, Sarah Bernhardt 639 di creare qualcosa di durevole, di lasciare ai posteri una vivente testi– monianza di sé; e sotto la guida d'un maestro insigne, il Mathieu– Meusnier, si mette a studiare la scultura. L'esposizione de' suoi primi s::i,ggi,l'ostentazione del suo abbigliamento domestico (nell'atélier la gio– vine scultrice ama mostrami in abiti maschili), le storielle sulle sue abi– tudini singolari (ella dorme in una bara, in cui si fa, fotografare; poco aprpresso si circonderà di cani, scimmie, bestie feroci), e anche, le indi– screzioni sulla sua salute (ella è tisica, sputa sangue) empiono Parigi d'allegri o torbidi pettegolezzi. Ma, quando torna alle scene, il successo della sua Phèdre sale alle stelle; dopo la, recita di H ernwni, il vecchio Hugo le dice: « Madrume, j'ai pleuré .... Oette larme que vous m'avez fait couler est à vous, je la mets à, vos pieds >>. E la lacrima è un dia– mante, che l'attrice sospende al suo polso. Il ritmo delle avventure della ùiva s'accelera. Tanto per cambiare, Sarah ha una nuova querela con la, dire,zione della Comédie, per a,ver esposto la sua preziosa vita andando a. spasso pel cielo di Parigi in nn pallone libero (1878), che l'ha tuttavia rideposta incolume nella banlieue. Fa amicizia, col principe di Galles, il futuro Edoardo VII. A Londra, dove si reca a, recitare, vorre.bbe comperarsi due leoncini, ma deve con– tentarsi d'un gattopardo, d'un cane lupo, e di sei camaleonti. A una ripresa de L' Aventurière, insolentisce il vecchio Augier. Infine, pagando una grossa penale, lascia definitivamente la Comédie, e si mette a girare il mondo. Le sue nuove recite londinesi, che suscitano immenso clamore, son seguìte dalla, critica p.~rigina accorsa sul posto. In America del Nord, si trov,a alle prese (1880) coi puritani, i quali si scagliano contro la maliarda « ven,uta a corrompere i nostri figli»; ma com'è naturale vince lei, e torna carica di denaro, che poi prodiga pazzamente. Una sua grande tournée per tutta Europa, (Belgio, Danimarca, Olanda, Norvegia, Russia, Ungheria,) si conclude in Italia, dove ha suooessi mediocri, ma dove ,s'innamora d'un bel diplomatico greco diventato attore, Damala, e se lo sposa a Londra (1882). Tornata a Parigi, scoppia lo scandalo su– scitato dalla sua antica compagna Marie Colombier, con quelle Mémoires di Sarah Barrvum, che mettono in piazza i suoi segreti d'alcova; ella s'indigna, s'arma d'un frustino e d'un pugnale, e va in traccia della libellista, che scampa_ per miracolo dal suo furore. In compensò, mentre il pubblico dei lettori fa arrivare il libro alla centesima edizione, quello degli spettatori riempie il teatro dove recita l'attrice. Di qui, per quarant'anni, la vita di Sarah è un vorticoso intrigo d'episodi e d'eventi, apparentemente i più varii, nel fondo sempre iden– tici : le tournées, le avventure, gli amori, il teatro. Sarah Bernhardt, la legion d'onore; le interpretazioni monstre d'autori di tutte le razze, da Sardou a Maeterlinck, da Rostand a d'Annunzio; le nuove incursioni nel campo delle arti plastiche, pittura e scultura; le incarnazioni di personaggi maschili, da Amleto all' Aiglon e alla Cena delle beffe; le pazze gelosie per la Duse. Amici giovani subentrano via via ai vecchi, una tigre •sostituisce il gattopardo; fedeli le restano la folla plaudente, e la bara ch'ella si porta sempre appresso viaggiando da Nord a Sud, e dall'America all'Australia-. Sarah è ormai dfrentata un'istituzione; un ·oteca Gino Bianco

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