Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

616 U. Ojetti - Setti-manali Aveva mandato con la sua solita pronta diligenza un grande questionario a cinquanta associazioni d'editorì d'Europa e cl'America. Quasi nes– suno gli ha risposto, ed egli deve confessa,rlo ai congressisti : « Le plus so·uven,t, oe fut le silenoe· absolu ». Ma che s'immaginava Ciarlantini che quelli potess,ero rispondergli? Una cosa sola: che ogni editore tra– duce i libri che spe1'.a cli vendere, e che su questo giudica da sé perché paga da sé; e Ciarlantini editore, se è sta.to sincero, avrà certo risposto alla ,sua propria circolare da se stesso, concisamente così. S'era arrivati a proporre di fare elenchi, non so se mensili o annuali, dei libri degni (a giudizio di chi ?) cli traduzione, e dei traduttori e traduttrici degni cli lode. Nella smania di lavoro collettivo, ma soltanto sulla carta, che ha :còlto tutte le nazioni e che resterà un seguo cli que– st'epoca smaniosa, si sarebbe, immagino, arrivati a •da,re otto, nove, dieci decimi ad autori, e a traduttori pur cli fare una millesima stati– stica. È intervenuto l'Istituto di Coopera.zione intellettuale e, riportato il problema nei suoi limiti, ha, promesso di pubblicare una bibliografia internazionale .delle traduzioni: di quelle già fatte e pubblicate, s'in– tende, non di quelle che autori ed ,editori desiderano di far fare. E , ade,sso sarebbe bene star tranquilli ad aspettare, e non continuare questa litania di lamenti : - Perché non mi si traduce ? Chi è che mi traduce ? Non siamo noi degni d'essere tradotti? Occupiamoci piuttosto della lingua italiana all'estero e di quei tanti che, italiani o stranieri, bene o male la insegnano, dalle Università alle Scuole Berlitz. A loro viene pensando, Piero Pa,rini, e si può star sicuri che a qualcosa di pratico e di buon'o quest'uomo instancabile arriverà. Ma anche tutti noi che si scrive, dovremmo occuparcene, cordialmente e assiduamente. UGO 0JETI'I. BibliotecaGino Bianco

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