Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931

M.AI PIÙ. Tarda sera, d'aprile. Le stelle i,n montagna, per la limpidità del– l'aria, soino più lucide e il cielo ne diventa più nero. È uno strano piacere, vago e pure intenso oome una mali,nconia onde nasce una pena che è cara, stare lì a, guardare senza accendere la luce elettrica, finché si va a letto; come n•ell'adolescenza, ogllli cosa fuori di noi sembra avere in noi un siginifica;to che senza indagarlo sentiamo con tutta l'anima. Parlare di cose tristi, amebe se sono nostre, non è più triste e nascono allora le coofid~nze che in altra occasiooe sa– rebbe difficile fare ed è così dolce aver fatto. - Ti voglio raccontare tutto fin da principio, - disse Guido piamo per accol'dare 1a voce al silenzio sparso di vario susurro. Un vento legg·ero :mimava le fogliette nuove degli àceri in fila da,vanti al Sa,natorio, la macchia degli abeti lì acca;nto : brividi nel buio come p,a,ssi di cre.a,ture sperdute. Nei viali altri malati cammi– nav·ano, scricchiolando ai passi radi la ghiaia, con l<mte parole; Guido non guardava al suo fianco il compagno ma laggiù la parete del cielo curva fitno alla pianura, ed era come se p•arlasse alle chiare .stelle. Attilio gli prese il braccio, per dirgli che lo ascoltava. - Una da,ttilogra,fa del mio ufficio; inien,te di straordinario, come vedi. E incominciai a •osserva-rla non perché fosse particolarmente brillante, an:m. proprio perché tutti in uffido si prendevano giuoco di lei : senza motivo; una di quelle persecuzioni collettive che Tie– soono talilto più crudeli quanto meno ce n'è l'intenzione. Ohe oosa potevo fare io ? Io sooo timido, prima di tutto, e poi 1I1onc'era veramente un motivo abbastanza grave per far nascere una quemione, e poi una- questione le avrebbe soltanto nociuto. Ma sapevo che lei si accorgeva di essere da me compatita e compresa; .sai, coo certe persooe in certi momenti è proprio come- se si avesse il dono di una seconda vista. Si dicono cose indifferenti, e non si ba,d,a, a quelle ma al senso che hamno, all'initenzi-one che ci si mette. È u,na cosa talmente straordinaria quando avviene, perché sembra di non BibliotecaGino Bianco

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