Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931

Villa Beatrice 335 - Sei digià sveglia ? - Romualdo aveva girato con precauzione la maniglia dell'uscio: non s'aspettava ch'ella fosse sveglia. - Ti senti male ? . - No. 1 M'era entrato un po' di freddo. - Come mai? Bad_a: se non ti senti proprio a modo tuo, non parto. · - Sto benissimo. Egli si avvicinò al letto dalla parte dov'era lei: sedette sull~ sponda. - Dieci giorni. Ti sembreranno lunghi? Ella lo guardò: capi quel che c'era nei suoi occhi il cui strabismo in certi momenti era spasimoso, nel tremito che in certi momenti gli' incominciava ,al labbro di sotto, nella irrequietezza della màno che la carezzava di sopra le spalle. - Sono vestita. - Perché? - Te l'ò detto: m'era entrato un po' di freddo. Egli s'alzò da sedere: s'allontanò quasi mortificato dal ietto, si fermò davanti al cassettone, guardò come se fosse la prima volta gli oggetti che c'erano sopra: c'erano anche i ritratti dei suoceri. - Lo sai che tu non ài un ritratto mio, e io non ò un ritratto tuo, lo sai? , Aveva ·preso in mano il ritrattf) della signora Isabella. Era un ritratto di molti anni fa, con un cappellino come allora erano usati, ghiribizzoso, in cima alla pettinatura, equilibrato lassù per miracolo. (continua). BRUNO OICOGNANI. BibliotecaGino Bianco

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